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Politica

L’Occidente ha bisogno del cristianesimo

In articolo del 5 febbraio 1888 pubblicato su “La Giustizia”, Camillo Prampolini individuava nella figura di Gesù Cristo il primo socialista della storia. Nel 2022 Nicola Porro, pubblica un libro intitolato “Il Padreterno è liberale”. Ma è veramente possibile inquadrare il cristianesimo in un’ideologia? Di sicuro, riscoprire il messaggio della filosofia cristiana ci aiuterebbe ad affrontare con più serenità i problemi del presente.

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Wikimedia Commons, immagine di dominio pubblico.

di Alessandro Andrea Argeri

In articolo del 5 febbraio 1888 pubblicato su “La Giustizia”, Camillo Prampolini individuava nella figura di Gesù Cristo il primo socialista della storia. Nel 2022 Nicola Porro, pubblica un libro intitolato “Il Padreterno è liberale”. Ma è veramente possibile inquadrare il cristianesimo in un’ideologia? Secondo la filosofia cristiana, l’uomo è al centro della creazione, cioè la vita del singolo individuo ha un immenso valore oltre che un illimitato potenziale, pertanto quest’ultimo dev’essere usato per il bene dell’altro, del “prossimo”, poiché Dio ha fondato il Suo regno sull’Amore. Di conseguenza, l’uguaglianza sia spirituale sia materiale, principio cardine del Nuovo Testamento, non contrasta la ricchezza, bensì l’accumulazione fine a sé stessa, ovvero, in una sola parola, l’avidità, il contrario della carità.

La cultura occidentale, quindi anche le ideologie politiche dominanti, si fonda sul cristianesimo. Dimenticare le nostre radici ci porterà solo a perdere il concetto di noi stessi in quanto comunità. A tal proposito, possiamo prendere ad esempio il Gesù Cristo rappresentato da George Bernard Shaw in “Sia fatta la Sua volontà”, in cui il figlio di Dio non si riduce ad essere solo un messia, ma è soprattutto un uomo da cui nasce un’eredità politica ben definita basata sull’uguaglianza tra tutti gli uomini.

Tuttavia essere cristiani nel 2023 non vuol dire chiudersi nel bigottismo, credere alla teoria geocentrica secondo cui sarebbe il sole a girare attorno alla terra, argomento preferito da chi non ha mai letto la Bibbia o è solo in collera col mondo; significa piuttosto accettare i valori cristiani socialmente condivisibili come lo sviluppo, il rispetto dell’essere umano nella sua totalità, l’aiuto materiale ai meno abbienti, la ricerca del bene comune, il rispetto della legge non perché temuta ma in quanto condivisa da tutti, l’uso dell’arte per diffondere un messaggio senza sfociare nell’idolatria.

D’altronde i testi Sacri hanno avuto una diffusione millenaria, fino a prima dell’avvento della stampa a caratteri mobili i codici venivano trascritti a mano, hanno inevitabilmente subito manipolazioni, dunque dal punto vista filologico è normale registrare delle incongruenze. Inoltre, insegnava già Spinoza, le Scritture sono state scritte da uomini secondo il linguaggio dell’epoca, il quale era prevalentemente allegorico. Insomma quando si parla di cristianesimo non conta, almeno non più, il significato letterale, bensì quello morale.

Veniamo ad oggi. Nessun credo politico può pretendere di cancellare le radici di una società per edificarne una nuova, altrimenti si tratta solo di folle ingegneria sociale sulle orme di quella tentata da Stalin o dai fascismi in nome di un fanatismo ateo diventato a sua volta religione. Il cristianesimo ha dato all’Europa il suo sistema di valori, negarlo significherebbe contraddire la nostra stessa Storia. Eppure l’ideologia woke, armata dalla cancel culture, dal politicamente corretto, dalla criminalizzazione della maggioranza, ha in mente proprio questo, quando invece riscoprire il cristianesimo ci aiuterebbe ad affrontare con più serenità i problemi del presente.

Ad esempio, l’Italia vive da tempo un “inverno demografico”, ma come si può pensare di incentivare la natalità se non si supporta l’istituzione della famiglia? Come si può contrastare la povertà senza indagarne le cause? Come si può parlare continuamente di inclusività se poi il povero viene colpevolizzato per essere tale o, peggio, escluso dalla vita sociale in quanto privo di mezzi? Come si possono ridurre le disuguaglianze senza dare a tutti pari opportunità perché giuridicamente uguali? Come si può sperare che chi esce dal carcere non ci ritorni dopo poco tempo se non si punta a rieducare chi ha sbagliato? Come si può pretendere il rispetto di una legge se non si educa alla cittadinanza?

Da qui possiamo anche rispondere alle ultime dichiarazioni del presidente Meloni secondo cui si dovrebbe “difendere Dio”: Dio si difende da solo; piuttosto si dovrebbero predicare i suoi valori, possibilmente senza razzolare male, altrimenti si perdono le elezioni, come solitamente accade poi ai farisei.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).