Politica
Inchiesta Covid, piangere sul latte versato
Il 7 luglio 2023 è stata approvata alla Camera la formazione della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza da Covid-19 in Italia. Mentre i deputati di centrodestra urlavano “verità, verità!”, le opposizioni, o qualsiasi altra roba sia una simile accozzaglia informe, sventolavano in alto le schede della votazione. Al di là della solita stupefacente mascherata inscenata in un’importante sede istituzionale, ora gli esponenti del governo Conte II dovranno difendersi come nei due precedenti processi, prima a Roma, poi a Brescia, terminati entrambi con piena assoluzione.
di Alessandro Andrea Argeri
Il 7 luglio 2023 è stata approvata alla Camera la formazione della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza da Covid-19 in Italia. Mentre i deputati di centrodestra urlavano “verità, verità!”, le opposizioni, o qualsiasi altra roba sia una simile accozzaglia informe, sventolavano in alto le schede della votazione. Al di là della solita stupefacente mascherata inscenata in un’importante sede istituzionale, ora gli esponenti del governo Conte II dovranno difendersi come nei due precedenti processi, prima a Roma, poi a Brescia, terminati entrambi con piena assoluzione.
Tuttavia la Sanità è di competenza delle Regioni, dunque ad essere inquisiti dovrebbero essere i governatori, i quali sono quasi tutti di destra. Forse per questo il loro operato è stato escluso dalla commissione? Roberto Speranza l’ha definita un “tribunale politico”, mentre il leader del Movimento 5 Stelle “una farsa, non è un atto di coraggio politico ma di vigliaccheria”, un “plotone d’esecuzione”. Ma se, come dice l’ex ministro della Sanità, “questa commissione ha l’obiettivo di colpire i membri dei precedenti governi”, perché non si indaga anche sull’operato del governo Draghi subentrato al Conte-II nel 2021?
La pandemia ha toccato tutti, ognuno ha il proprio ricordo di un’emergenza apparentemente interminabile a causa della quale abbiamo perso persone care così come la libertà nel momento in cui siamo stati costretti a rimanere in casa per lunghi periodi. Indubbiamente sono stati commessi errori dettati sia dall’imprevedibilità sia dalla difficoltà del momento, qualcuno ha approfittato dell’emergenza, vedasi le indagini sulla gestione da parte della Regione Lombardia o sull’allora commissario speciale all’emergenza della Regione Puglia, tuttavia non si possono negare buoni risultati come il blocco dei licenziamenti per evitare la macelleria sociale, il no ai tagli dell’austerità, l’arrivo del Pnrr con cui oggi dovremmo ammodernare il Paese.
Lo Stato ha il dovere, non solo storico ma anche morale, di non dimenticare, di imparare dagli errori commessi. Soprattutto perché le pandemie si ripetono ciclicamente, dunque quella da Covid-19 non sarà di certo l’ultima della nostra storia, pertanto bisognerà raccogliere proficuamente questa esperienza per non trovarsi impreparati in futuro. Serve a poco invece il tribunale politico, specialmente se così selettivo nella scelta degli imputati.
Pertanto è ammirevole la volontà di scoprire tutte le verità di una pagina buia della nostra storia, forse avremmo potuto addirittura risparmiare meno vite con un sistema sanitario più efficiente; un po’ meno ammirevole è l’uso politico del potere giudiziario per eliminare gli oppositori. Parlare col senno di poi è facile, ma il passo è breve da qui al finire a piangere sul latte versato. Mi domanderei piuttosto: chi ha tagliato la spesa pubblica in tutti gli anni precedenti alla pandemia? Chi ha ridotto ospedali, posti-letto, terapie intensive, personale sanitario? Quale presidente nel 2022 ha allungato l’emergenza più del necessario per usufruire di poteri straordinari garantiti dallo stato d’emergenza, quando secondo la maggior parte dei virologi la pandemia si era trasformata in endemia?
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