Esteri
L’effetto Trump: Il rifiuto globale dell’autoritarismo alle urne di Canada e Australia

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Nelle ultime settimane, due delle maggiori democrazie occidentali — Australia e Canada — hanno tenuto elezioni federali che hanno sfidato le aspettative e segnalato un chiaro rifiuto del populismo di destra associato a Donald Trump. Entrambe le elezioni si sono concluse con sconfitte significative per i leader conservatori che avevano adottato retoriche e politiche vicine al trumpismo.
Australia: Il rifiuto del trumpismo alle urne
Il 3 maggio 2025, gli australiani sono andati alle urne e hanno concesso al Partito Laburista, guidato da Anthony Albanese, una vittoria storica. Il partito ha conquistato 89 dei 150 seggi alla Camera dei Rappresentanti, ampliando la propria maggioranza parlamentare e consolidando Albanese come il primo primo ministro laburista rieletto con maggioranza dal 1993.
Il leader dell’opposizione, Peter Dutton, ha subito una sconfitta senza precedenti, perdendo persino il proprio seggio a Dickson contro la candidata laburista Ali France. È la prima volta nella storia australiana che un leader dell’opposizione perde il proprio seggio parlamentare.
La campagna di Dutton era segnata da proposte di tagli al settore pubblico e da una retorica culturalmente divisiva, reminiscenti delle strategie di Trump. Tuttavia, gli elettori australiani hanno respinto con forza questo approccio, premiando politiche incentrate sull’inclusione, sulla giustizia sociale e sull’azione per il clima.
Canada: Sovranità e rifiuto dell’interventismo
In Canada, il Partito Liberale, sotto la guida di Mark Carney, ha ottenuto un quarto mandato consecutivo, smentendo le previsioni che favorivano i conservatori guidati da Pierre Poilievre. La campagna conservatrice ha subito un colpo mortale quando Poilievre ha perso il suo stesso seggio elettorale, un chiaro segnale di disapprovazione da parte della popolazione.
La retorica aggressiva di Trump, comprese le minacce di annessione e le guerre commerciali, ha spinto gli elettori canadesi a difendere la sovranità nazionale e a respingere ogni forma di interventismo straniero. Carney ha saputo interpretare questo sentimento, presentandosi come un leader stabile e impegnato nella difesa degli interessi canadesi.
Conclusione: Il rifiuto di un progetto di barbarie
Le elezioni in Australia e in Canada non rappresentano solo vittorie circostanziali della socialdemocrazia. Esprimono qualcosa di più profondo: il rifiuto popolare dell’avanzata dell’estrema destra autoritaria, che — sotto l’influenza diretta o simbolica di Trump — cerca di affermarsi a livello globale come risposta alla crisi del modello neoliberale.
Respingendo candidati che propagavano paura, odio verso le minoranze, negazionismo climatico e smantellamento dei servizi pubblici, gli elettori hanno lanciato un messaggio chiaro: c’è ancora spazio per la speranza, per la democrazia, e per società fondate sui diritti, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
Anche di fronte alla crisi climatica, alle disuguaglianze crescenti e alla manipolazione mediatica, i popoli dimostrano di voler qualcosa di più dei soliti slogan e nemici inventati. Vogliono governi che rispettino la diversità, che difendano i beni comuni e che garantiscano dignità per tutti. Trump, e tutto ciò che rappresenta, inizia a perdere non solo consenso elettorale — ma legittimità morale.
