Mettiti in comunicazione con noi

Esteri

REPORT EUROPEE 2024

Rispetto alla polvere alzata oramai da quasi 20 anni dai partiti sovranisti e nazionalisti ancora una volta il risultato è stato più o meno in linea con le elezioni del 2019 e con le previsioni dei sondaggi  compreso in Italia.

Pubblicato

su

Credit foto https://www.agensir.it/quotidiano/2024/6/9/elezioni-europee-macron-prima-vittima-del-voto-francia-al-voto-a-fine-giugno-la-parola-al-popolo-sovrano/

Di Fulvio Rapanà

Rispetto alla polvere alzata oramai da quasi 20 anni dai partiti sovranisti e nazionalisti ancora una volta il risultato è stato più o meno in linea con le elezioni del 2019 e con le previsioni dei sondaggi  compreso in Italia. In Europa sono andati male i partiti di governo in carica da più di 3 anni come Macron e Sholtz. In Italia la Meloni è andata più o meno bene, cannibalizzando un po’ dei voti agli alleati, d’altronde non si può pensare che il popolo della destra dopo appena un anno e mezzo di governo sfiduci la nuova “capa”.  Le letture e le interpretazione  dei risultati sono state tutte fatte e rifatte mi preme fare il punto sui due stati che reggono maggiormente il peso  dell’Unione: Germania e Francia.  

La Germania è certamente il punto più critico della situazione europea. Non ho dubbi che una parte rilevante della opinione pubblica tedesca ritiene che la guerra in Ucraina e il conseguente  isolamento della Russia e dell’aumento del costo dell’energia che ha colpito soprattutto l’infrastruttura industriale e manifatturiera tedesca sono percepite come risposta degli Stati Uniti alla troppa vicinanza della Germania e dell’Europa alla Russia e alle sue fonti energetiche e di materie prime a basso costo. Inoltre sempre più grandi aziende tedesche come  Wolkswagen e BASF stanno investendo enormi capitali in Cina ignorando di fatto un decoupling, disaccoppiamento, fra le imprese occidentali e quelle cinesi che Washington pone alla base della propria politica estera. Chi non si allinea perfettamente alle politiche Usa della Nato, che è il braccio armato Usa in Europa e Medioriente, e alle politiche di scontro con la Cina è la Russia deve essere indebolito e riportato sotto la sudditanza politica economica e militare degli Usa. La Germania della Merkel stava diventando troppo forte con i carburanti a basso costo russi e troppo indipendente nei confronti della Cina e della Russia. E questo per Usa è inaccettabile. Gli Usa ben sapendo, come aveva avvertito Kissinger e Burns , attuale capo della CIA, la Russia mai avrebbe accettato i missili atomici Nato a 400 km da Mosca e le portaerei alla fonda nel porto di Sebastopoli nel 2012 Obama, altra bellissima persona,  ha inviato in Ucraina la Sig.ra Noland , consigliere politico con una decina presidenti sia repubblicani che democratici, per organizzare la resistenza al presidente eletto Victor Ianukovich, impedire un possibile accordo fra questo e il leader dell’opposizione Vitali Klitscho e boicottare gli accordi di Minsk 1 e 2 stipulati sotto l’egida della Merkel. Il New York Times ha pubblicato una serie di telefonate fra questa signora e l’ambasciatore Usa a Kiev, Geoffrey Pyatt nella quale alle obiezioni circa la contrarietà degli alleati  alle attività del Dipartimento di Stato in Ucraina che avrebbero portato alla guerra la Nuland rispose “Fuck the EU…. l’Europa si fotta…si farà come diciamo noi”. “ Senatore Cruz, come lei, e penso che lo sia l’amministrazione, sono molto felice di sapere che Nord Stream, 1 e 2,  è ora, come lei ama dire, un pezzo di metallo sul fondo del mare”. Curioso che né in Germania né nelle altre nazioni del Nord Europa dove sono state avviate inchieste e indagini sulla distruzione dei gasdotti Nord Stream, nessuno le abbia mai chiesto quanto meno chiarimenti circa quelle affermazioni.

L’obiettivo della guerra per delega degli Usa in Ucraina è in parte la Russia ma soprattutto fiaccare e indebolire la Germania e l’opinione pubblica tedesca l’ha capito ma non sa cosa fare perché i partiti tradizionali sono totalmente schiarati con la Nato ad eccezione di AfD e dei gruppuscoli della sinistra comunista da sempre contraria alla Nato.

In Francia Macron che uno “svelto” che in gergo significa veloce e furbo, ha indetto le elezioni per il rinnovo del parlamento che se dovesse uscire con una maggioranza di destra dovrebbe per due anni governare con la spada di Damocle sulla testa di un presidente della repubblica di centrosinistra. Macron ha sorpreso il Paese sciogliendo il parlamento per indire elezioni legislative anticipate , nel tentativo di mobilitare gli elettori in un’elezione nazionale. “L’ascesa dei nazionalisti, dei demagoghi, è un pericolo per la nostra nazione, ma anche per la nostra Europa, per il posto della Francia in Europa e nel mondo”, ha affermato, definendosi il garante della tradizione liberale della Francia e dell’Europa. Le motivazioni che stanno alla base della sconfitta del partito di Macron sono come sempre economiche ma di natura diversa rispetto a quelle tedesche. Oramai sono più di 5 anni che in Francia vi è uno scontro politico, fisico fra le città a partire da Parigi e la provincia. Per fare fronte alla transizione ecologica Macron ha aumentato le accise sui carburanti  gravando soprattutto sui costi della produzione agricola e della vita in provincia dove l’utilizzo dei carburanti fossili, per il riscaldamento domestico e nel trasporto pubblico,  è molto superiore a quello delle città e ha investito molto nella riduzione delle tasse sulle attività produttive e manufatturiere per riportare in Francia una parte delle attività industriali che le aziende francesi hanno delocalizzato. Macron, che è uno di destra alla Draghi o alla Merkel, ha  portato avanti con determinazione una riforma delle pensioni per ridare dinamismo al piano economico generalizzato di rilancio e di ammodernamento dell’economia. In Francia la spesa per le pensioni è del 13,4% del Pil contro il 10,4% della Germania con livelli di occupazione fra i 60 e i 64 anni di trenta punti inferiori rispetto alla Germania e di dieci punti rispetto all’Italia. Riforma ovviamente impopolare imposta con la forza ad una popolazione con una forte mentalità individualista ma con una fortissima richiesta di protezione sociale da parte dello Stato. Ancora di più necessaria in una struttura sociale nella quale una quota di popolazione esposta alla concorrenza internazionale è passata dal 47% del 1975 al 33% del 2020, mentre quella occupata nel settore pubblico, nello stesso periodo, è passata dal 18% al 31%. Come affermato da Jean-Claude Trichet, ex Presidente della BCE, “quando si lavoro in una azienda esportatrice, esposta alla concorrenza internazionale, come la maggioranza dei tedeschi, si stabilisce un legame diretto tra la competitività della propria azienda e la salvaguardia del proprio posto di lavoro”. Anche se alle elezioni legislative di fine giugno dovesse vincere il Rassemblement National ( RN) non succederà nulla. Questa forza politica è stata portata da Marine Le Pen molto più al centro rispetto a quella del padre, non si parla più di uscita dalla Nato né di un ridimensionamento dei poteri dell’Unione, non si discute più sulla sovranità dell’Euro, restano gli spot sull’immigrazione dove non vi è alcuna entità sovrannazionale a pestarti la testa contro il muro. Ma vi è anche qualche elemento di novità che la Le Pen ha introdotto nelle proprie posizioni che a differenza della destra italiana non ha radici nel  fascismo. La Le Pen ha colto una trasformazione di fondo, non solo nella politica francese ma in quella di tutte le democrazie occidentali, nel rapporto dei cittadini e dei gruppi con la politica che non è più vista dall’ elettorato come    uno scontro fra idee e ideali, e ovviamente fra tipi di società, ma come un mezzo per scegliere chi offrirà le politiche pubbliche più adatte ai propri bisogni o alle proprie aspettative. In questo modo la Le Pen ha imbarcato due milioni di voti in ambiti sociali in cui il RN praticamente non esisteva, come nella categorie socio-professionali superiori, dei laureati di livello superiore, degli impiegati statali, tutte categorie nelle quali il livello di istruzione è superiore alla media. Attualmente il RN è un partito dove il 52% dei voti proviene da queste categorie. Aggiungo una mi personale qualità che dispone positivamente al voto particolarmente in Italia:l’”inadeguatezza”, essere palesemente impreparati a governare. Dovrebbe essere un disvalore ma dopo…60 governi essere inadeguati garantisce ai cittadini che quel governo non farà nulla che possa in qualche modo modificare concretamente la realtà  sociale ed economica di tutti i giorni. Inoltre inadeguatezza va di pari passo con condizionamento. Un soggetto che occupa un posto più o meno rilevante è tanto più condizionabile o peggio ricattabile quanto più è impreparato o inadeguato ad occupare quella posizione. Monti e Draghi che sono stati tra i primi ministri più preparati, riconosciuti da tutti, sono stati anche i meno tollerati in quanto agivano senza badare troppo alle influenze o alle critiche in quanto la loro preparazione gli permetteva di comprendere correttamente gli obiettivi.

Questo è il punto per i due stati che sono le colonne portanti dell’Unione. Cosa succedrà? credo nulla. Manfred Weber, che è il segretario europeo del PPE

 Ricordo che Trump una volta disse che l’Isis era una creazione di Obama e Hillary Clinton … Non fu né sconfessato, né denunciato.

RIPRODUZIONE RISERVATA ©