Economia & lavoro
Le Presenze Turistiche nelle Province d’Italia
L’Istat calcola la presenza giornaliera di italiani e stranieri negli alberghi e strutture complementari nelle province italiane tra il 2005 ed il 2020.
Sono diminuite in media del 50% tra il 2019 ed il 2020 a causa della pandemia del Covid 19
*Immagini elaborate dall’autore su fonte dati Istat.
L’Istat calcola il valore delle presenze italiani e stranieri negli esercizi alberghieri e complementari. I dati considerano le giornate di presenza. La serie storica presente fa riferimento al periodo 2005-2020. Di seguito vengono ad essere analizzati i dati relativi alle province italiane. Nell’analisi seguente sono stati eliminate le province con serie storiche incomplete o missing data.
Ranking delle province italiane per valore delle giornate di presenze negli esercizi alberghieri e complementari nel 2020. Bolzano è al primo posto per valore delle presenze negli esercizi alberghieri e complementari nel 2020 con un ammontare pari a 21.703.816 giornate, seguita dalla provincia di Venezia con un valore pari a 16.866.552 giornate e dalla provincia di Trento con un valore pari a 11.701.138 giornate. A metà classifica vi sono la provincia di Rovigo con un valore pari a 998.957 giornate seguita dalla provincia di Matera con un valore pari a 956.973 giornate e dalla provincia di Treviso con un numero di giornate pari a 995.023. Chiudono la classifica la provincia di Rieti con un numero di giornate pari a 66.768 giornate, seguita da Enna con un valore pari a 53.911 giornate e da Isernia con un valore pari a 93.262 giornate. La prima provincia meridionale in termini di giornate di presenza è Napoli con un numero di giornate pari a 4.058.349 giornate seguita da Lecce con un valore pari a 3.410.169 giornate. Complessivamente vi sono 13 province italiane che nel 2020 hanno totalizzato il 50% delle presenze ovvero: Bolzano, Venezia, Trento, Rimini, Roma, Verona, Livorno, Milano, Brescia, Grosseto, Napoli, Ravenna e Lecce.
Ranking delle province italiane per valore della variazione percentuale delle presenze in giornate negli esercizi alberghieri e complementari tra il 2005 ed il 2020. La provincia di Oristano è al primo posto per valore della variazione percentuale del numero di giornate con un valore pari a +18,2% pari ad un ammontare di 57.860 giornate tra il 2005 ed il 2020, seguita dalla provincia di Lecce con un valore pari a +10,5% pari ad un ammontare di 323.923 giornate e dalla provincia di Bari con un valore pari a +6,3% pari ad un ammontare di 89.733 giornate. A metà classifica vi sono Terni con un valore pari a -39,5% pari ad un ammontare di 300.287 giornate, seguita dalla provincia di Biella con un valore pari a -39,8% pari ad un ammontare di 89.099 giornate, seguita dalla provincia di Brescia con un valore pari a-40,00% pari ad un ammontare di -2.965.021 giornate. Chiudono la classifica la provincia di Ascoli Piceno con un valore pari a -73,3% pari ad un ammontare di -3.036.617 giornate, seguita dalla provincia di Rieti con un valore pari a -77,00% pari ad un ammontare di -223.044 giornate e con Cagliari con un ammontare di -79,2% pari ad un ammontare di -2.220.884,0 giornate. Mediamente le province italiane considerate tra il 2005 ed il 2020 hanno perso circa -1.452.146 giornate pari ad un ammontare di -42,10%.
L’impatto del covid in termini di presenze turistiche nelle province italiane: un confronto tra il trend pre e post covid 19. I dati relativi al periodo 2019-2020 sono molto negativi in quanto essi rappresentano la contrazione dei flussi turistici che è stata dovuta alla manifestazione del Covid 19. Nello specifico però dobbiamo sottolineare che tra il 2005 ed il 2019 il valore delle presenze turistiche di italiani e stranieri nelle province italiane, ovvero nel pre-covid 19, era notevolmente aumentata. Di seguito quindi vengono presentati i dati relativi al periodo 2005-2019 rispetto a quelli del periodo 2019-2020 ovvero:
- 2005-2019: Oristano è al primo posto per valore della variazione percentuale delle presenze turistiche tra il 2005 ed il 2019 con un valore pari a 134,06% pari ad un ammontare di 426.498 giornate, seguita dalla provincia di Viterbo con un valore pari a 124,42% pari ad un ammontare di 694.184 giornate e dalla provincia di Como con un valore pari a 102,14% pari ad un ammontare di 1.692.862 giornate. A metà classifica vi sono Catania con +20,44% pari ad un ammontare di +364.985 giornate, seguita dalla provincia di Ragusa con +18,42% pari ad un ammontare di 160,525 giornate e dalla provincia di Siena con un valore pari a 18.28% pari ad un ammontare di 805.091 giornate. Chiudono la classifica la provincia di Isernia con un valore pari a -46,15% pari ad un ammontare di -62.506 giornate, seguita dalla provincia di Ascolti Piceno con un valore pari a -60,59% pari ad un valore di -2.510.560 giornate, seguita dalla provincia di Rieti con un valore pari a -62,93% pari ad un ammontare di -182.381 giornate.
- 2019-2020: la provincia di Macerata è al primo posto per variazione percentuale tra il 2019 ed il 2020 con un ammontare di 13,16% pari ad un ammontare di -228.368 giornate, seguita dalla provincia di Campobasso con una variazione pari a -20,18% pari ad un ammontare di -74.006 giornate e dalla provincia di L’Aquila con -24,37% pari ad un ammontare di -237.217 giornate. A metà classifica vi sono la provincia di Perugia con un valore pari a -49,43% pari ad un ammontare di -2.499.986 giornate, seguita dalla provincia di Agrigento con un valore pari a -49,44% pari ad un ammontare di -558.692 giornate. Chiudono la classifica la provincia di Milano con -71,80% pari ad un ammontare di -11.793.200 giornate, seguita dalla provincia di Roma con -78,10% pari ad un ammontare di -26.870.414 giornate e dalla provincia di Firenze con -78,95% pari ad un ammontare di -12.356.118 giornate.
Pertanto, mentre tra il 2005 ed il 2019 il valore delle presenze alberghiere è cresciuto in media di circa il 21,5% ovvero pari ad un ammontare di 741.743 giornate nelle province italiane considerate, tra il 2019 ed il 2020 c’è stata una riduzione pari ad un ammontare del -52,34% pari ad un valore di -2.193.889 giornate.
Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il Metodo di Elbow. Viene applicato l’algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Vengono individuati quattro diversi clusters ovvero:
- Cluster 1: Ancona, Verbano-Cusio-Osso, Ferrara, Como, Ascoli Piceno, Latina, Cagliari, Sondrio, Pistoia, Vibo Valentia, Trapani, La Spezia, Macerata, Vicenza, Varese, Catania, Bergamo, Bari, Nuoro, Gorizia, Treviso, Rovigo, Cuneo, Parma, Brindisi, Isernia, Enna, Benevento, Rieti, Matera, Caltanissetta, Avellino, Lodi, Biella, Catanzaro, Avellino, Lodi, Biella, Catanzaro, Asti, Modena, Vercelli, Cremona, L’Aquila, Campobasso, Siracusa, Oristano, Arezzo, Pavia, Mantova, Massa-Carrara, Pordenone, Agrigento, Prato, Piacenza, Lecco, Viterbo, Chieti, Reggio nell’Emilia, Frosinone, Potenza, Alessandria, Caserta, Reggio di Calabria, Taranto, Trieste, Pescara, Ragusa, Novara, Crotone, Terni.
- Cluster 2: Verona, Trento, Milano, Rimini, Firenze, Napoli;
- Cluster 3: Venezia, Roma;
- Cluster 4: Sassari, Palermo, Pisa, Cosenza, Imperia, Pesaro e Urbino, Brescia, Aosta, Teramo, Bologna, Lucca, Genova, Messina, Livorno, Belluno, Lecce, Salerno, Foggia, Torino, Ravenna, Padova, Siena, Grosseto, Savona, Perugia, Forlì-Cesena, Udine.
Dal punto di vista della mediana risulta il seguente ordinamento dei cluters ovvero: C3=12.201.125>C2=6.058.094>C4=2.435.597>C1=599.903. Diciamo che dal punto di vista geografico c’è una dominanza di Venezia e Roma che totalizzano il numero massimo di presenze turistiche, laddove invece le province del Cluster 2-C2 hanno dei buoni risultati ovvero Firenze, Verona, Napoli, Milano, Trento e Rimini. Al terzo posto vi sono alcune province virtuose del Centro, Nord e Sud Italia. E nell’ultimo cluster vi sono le restanti province comprese molte delle province del Sud Italia. In questa mappa è possibile verificare che le province che vengono preferite sono quelle nelle quali insiste per la maggior parte il patrimonio artistico-monumentale e museale italiano. Al contrario le province che pure sono ricche di bellezze naturalistiche non attirano altrettanti turisti rispetto ai centri cittadini avanzati. Ne deriva pertanto che il turista preferisce le città alle spiagge, l’arte al divertimento, e la dimensione monumentale alla semplice offerta turistica commerciale. Ovvero il turista che visita l’Italia è un turista che cerca la bellezza dei luoghi, delle opere d’arte e che invece è scarsamente interessato alla dimensione del paesaggio. Vi sono tuttavia delle eccezioni come per esempio Rimini, una città che riesce ad attirare turisti grazie all’investimento nelle strutture ricettive. Ne deriva che per le province che sono molto arretrate la soluzione per incrementare il numero dei turisti è semplice: investire nelle infrastrutture turistiche, nei servizi turistici. Ovviamente tale condizione richiede un passaggio di scala anche nell’investimento, passare dalle piccole e medie imprese del turismo del bed and breakfast a degli investimenti più rilevanti che possano comportare la costruzione di infrastrutture pronte all’accoglienza di centinaia se non migliaia di persone, in modo compatibile con il rispetto dell’ambiente.
Conclusioni. Complessivamente il numero delle presenze di italiani e stranieri è cresciuto in quasi tutte le province italiane tra il 2005 ed il 2019. Tuttavia, a seguito della crisi del covid 19, tra il 2019 ed il 2020 il valore delle presenze di italiani e stranieri è diminuito di circa il 50% in media in tutte le regioni. Occorre considerare che comunque lo sviluppo del turismo non è uniforme nelle province italiane. Vi sono alcune regioni turistiche che hanno dei livelli elevatissimi di giornate di presenza negli alberghi e nelle strutture alberghiere connesse come per esempio Roma e Venezia con un valore mediano rilevato nel cluster pari a 12.201.124. Altre province italiane fanno la metà di Roma e Venezia-sempre considerando la mediana del cluster-come per esempio Napoli, Firenze, Milano, Verona. Infine vi sono molte province del Sud Italia che hanno dei valori rilevati veramente bassi rispetto ai valori mediani del cluster dominante con riduzioni anche del 75%.
Quello che appare evidente da quest’analisi è che contrariamente a quello che viene sbandierato dai politici meridionali, il Sud è ancora molto indietro nello sviluppo dell’economia del turismo. Ovviamente non si tratta di competere con le grandi città d’arte che hanno un patrimonio non replicabile e che ovviamente non sono raggiungibili. Tuttavia, si può almeno competere con città con province come Rimini, che hanno puntato tutto sull’infrastruttura turistica. E allora la politica economica del turismo non deve essere semplicemente quella proposta finora dell’albergo diffuso, della piccola e media impresa che fa il bed and breakfast magari ristrutturando con soldi pubblici il casolare di campagna o la vecchia casa nel centro storico. Per attirare i turisti occorre investire nelle strutture ricettive che siano organizzate per accogliere centinaia se non migliaia di persone. Occorrono degli investitori specializzati, magari internazionali, che sappiano far entrare le tante province del Sud Italia dotate di bellezze naturalistiche, nei circuiti del turismo globale. E ovviamente occorre anche investire sui settori che sono connessi al turismo ovvero i trasporti, il commercio, i servizi bancari e l’edilizia di qualità.
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