Economia & lavoro
Gli Occupati Non-Regolari Nelle Regioni Italiane
Ranking delle regioni italiane nel 2018. Nel 2018 al primo posto del ranking degli occupati non regolari nelle regioni italiane ci sono la Calabria con un ammontare pari a 22,1%, la Campania con un ammontare pari a 19,4%, e la Sicilia con un valore pari a 18,7%. A metà classifica vi sono Basilicata con un valore pari a 14,2%, seguita da Umbria con un valore pari a 13,3% e dalla Liguria con un valore pari a 11,6%. Chiudono la classifica Valle d’Aosta con un valore pari a 9,6%, Trentino-Alto Adige con un valore pari a 9,4% e dal Veneto con un valore pari a 9.
Di Angelo Leogrande
E’ cresciuto in media in tutte le regioni di un valore pari a 1,7 tra il 2004 ed il 2018.
L’Istat calcola il valore degli occupati non regolari nelle regioni italiane. La variabile “occupati non regolari” è definita come di seguito “Percentuale di occupati che non rispettano la normativa vigente in materia lavoristica, fiscale e contributiva sul totale degli occupati.”[1]
Ranking delle regioni italiane nel 2018. Nel 2018 al primo posto del ranking degli occupati non regolari nelle regioni italiane ci sono la Calabria con un ammontare pari a 22,1%, la Campania con un ammontare pari a 19,4%, e la Sicilia con un valore pari a 18,7%. A metà classifica vi sono Basilicata con un valore pari a 14,2%, seguita da Umbria con un valore pari a 13,3% e dalla Liguria con un valore pari a 11,6%. Chiudono la classifica Valle d’Aosta con un valore pari a 9,6%, Trentino-Alto Adige con un valore pari a 9,4% e dal Veneto con un valore pari a 9.
Variazione della percentuale degli occupati non regolari nelle regioni italiane nel periodo tra il 2004 ed il 2018. La Basilicata è al primo posto per valore della variazione degli occupati non regolati nelle regioni italiane nel periodo tra il 2004 ed il 2018 con un valore pari a 5,4, seguita dal Molise con un valore pari a 5,3 e dalla Sardegna con un valore pari a 5. A metà classifica vi sono l’Emilia Romagna con un valore pari a 2, l’Umbria con un valore pari a 1,9 e il Friuli-Venezia Giulia con un valore pari a 1,5%. Chiudono la classifica Sicilia con un valore pari a 0,1, la Lombardia pari a -0,4 e la Campania con un valore pari a -6,2%.
Nord. La percentuale degli occupati non regolari nel Nord è diminuito nel passaggio tra il 2014 ed il 2018 passando da un valore pari a 10,10 fino ad un valore pari a 10,00 ovvero una riduzione pari ad un valore di 0,10 unità pari allo 0,99%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore degli occupati non regolari nel Nord è passato da un valore di 10,10 ad un valore di 10,30 unità ovvero una variazione pari ad un valore di 0,20 unità pari ad un ammontare di 1,98%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore degli occupati non regolari nel Nord è diminuito da un valore pari a 10,30 unità fino ad un valore pari a 10,20 unità ovvero pari ad un valore di -0,10 unità pari ad un valore di -0,97%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore degli occupati non regolari è cresciuto da un valore pari a 10,20 fino ad un valore pari a 10,30 unità ovvero pari ad una variazione di 0,10 unità pari ad un ammontare di 0,98%. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore degli occupati non regolari nel Nord è diminuito da un ammontare pari a 10,30 fino ad un valore pari a 10,00 unità ovvero pari ad un valore di -0,30 unità pari ad un ammontare di -2,91%.
Centro. Il valore degli occupati non regolai è diminuito da un valore pari a 10,60% fino ad un valore pari a 10,30% ovvero una variazione pari a 0,30 unità equivalente ad un ammontare di -2,21%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore degli occupati non regolari nel Centro è rimasto costante ad un valore pari a 13,60. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore degli occupati non regolari è diminuito da un valore pari a 13,60% fino ad un valore pari a 13,30% ovvero pari ad una variazione di -0,30 unità pari ad un valore di -2,21%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore degli occupati non regolari è cresciuto da un ammontare pari a 13,30 fino ad un valore pari a 13,50 unità ovvero apri ad una variazione di 0,20 unità pari ad un valore di 1,50%. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore degli occupati non regolari nel Centro è diminuito da un ammontare pari a 13,50 unità fino ad un valore pari a 13,30 ovvero pari ad un valore di -0,20 unità pari ad un valore di -1,48%.
Mezzogiorno. Il valore degli occupati non regolari nel Mezzogiorno è diminuito da un vlaore pari a 19,10 unità fino ad un valore pari a 17,90 unità ovvero una variazione pari ad un valore di -1,20 unità pari ad un valore di -6,28%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore degli occupati non regolari è cresciuto da un ammontare pari a 19,10 fino ad un valore pari a 19,30 ovvero pari ad una variazione di 0,20 unità pari ad un ammontare di 1,05%. Nel passaggio tra i l 2015 ed il 2016 il valore degli occupati non regolari nel Mezzogiorno è passato da un valore pari a 19,30% fino ad un valore pari a 18,50% ovvero pari ad un valore di -0,80 unità pari ad un valore del -4,15%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore degli occupati non regolari nel Mezzogiorno è diminuito da un ammontare pari a 18,50 unità fino ad un valore pari a 18,30 unità ovvero pari ad una variazione di -0,20 unità pari ad una variazione di -1,08 unità. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore degli occupati non regolari è diminuito da un ammontare pari a 18,30 unità fino ad un valore pari a 17,90 unità ovvero pari ad un valore di -0,40 unità pari ad un valore di -2,19%.
Clusterizzazione. Di seguito viene realizzata l’analisi a clusterizzazione con l’algoritmo k-Means rappresentato mediante l’algoritmo t-SNE. In base ai dati analizzati risultano tre clusters:
- Cluster 1: costituito da Abruzzo, Basilicata, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria;
- Cluster 2: costituito da Calabria, Campania e Sicilia;
- Cluster 3: composto dal Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto.
La clusterizzazione mostra che in realtà alcune regioni del sud performano meglio di alcune regioni del centro risultano essere comprese nel cluster 1 insieme con molte regioni del Sud, mentre nel cluster 2 sono presenti solo delle regioni meridionali. Occorre considerare che comunque la clusterizzazione in base alla percentuale del numero di lavoratori non regolari risulta tende a rimarcare la distinzione della struttura economica italiana nelle tre macro-regioni del centro, nord e sud.
Conclusioni. In sintesi dobbiamo riscontrare che la crescita dei lavoratori occupati non regolari è avvenuta in tutte le regioni italiane. In media nel periodo tra il 2004 ed il 2018 la percentuale dei lavoratori occupati non regolari è cresciuta di un ammontare pari a 1,765% con l’eccezione della Lombardia che ha fatto segnare un -0,4 nel 2018 rispetto al 2004 e della Campania con un valore della percentuale degli occupati non regolari che è diminuito del -6,2%. La crescita dei lavoratori non regolari è un segnale dell’inefficienza del mercato del lavoro locale ed anche della legislazione giuslavoristica che pure allargando le tipologie contrattuali evidentemente manca di incontrare le richieste della domanda e dell’offerta di lavoro. Un ruolo assai significativo deve essere anche riconosciuto al valore del cuneo fiscale sul lavoro che induce datori e lavoratori a cercare soluzioni esterne all’ordinamento giuslavoristico pure nell’economia informale.
[1] https://www.istat.it/it/files/2021/03/BES_2020.pdf