30 Giugno 2025
NATO: La fiera delle menzogne e del servilismo
Nel vertice NATO di AIA del 24 e 25 giugno è andata in scena a livello planetario l’ignominiosa Fiera delle menzogne, dalla vanità , dell’adulazione e del servilismo.

Di Fulvio Rapanà
Nel romanzo “La fiera della vanità” nel 1848 Thackeray dà forma umana alla “prosperità del vizio e alla disgrazia della virtù” e intorno a queste due figure mette insieme una rutilante fiera di comparse in cui ognuno esibisce ciò che possiede: ricchezza, potere, debolezze, manie, meschinità. Nel vertice NATO di AIA del 24 e 25 giugno è andata in scena a livello planetario l’ignominiosa Fiera delle menzogne, dalla vanità , dell’adulazione e del servilismo.
Fiera delle menzogne
Sono mesi che il Segretario Generale della NATO va affermando che i membri dell’Alleanza devono fare un “salto di qualità nella difesa collettiva impegnandosi ad aumentare la spesa militare dall’attuale 2,1% a ben oltre il 3,5% che ci chiede Trump dando formale attuazione con la firma sul REARM EUROPE PLAN che pone l’obiettivo per gli stati membri entro il 2035 di arrivare al 5% fra spese dirette militari per il 3,5% e attività “legate alla difesa” per l’1,5% , con l’aggiunta ”se non volete parlare russo”.
Le menzogne che distribuisce Rutte sono diverse.
Rutte mente ai cittadini europei suscitando il pericolo molto concreto di un attacco russo ad uno stato alleato NATO entro 3..5 anni. La Russia, come è ampiamente documentato da enti indipendenti di studi strategici, non ha alcuna possibilità di attaccare e alimentare una guerra contro la NATO se ci ha messo tre anni e mezzo per occupare al costo di gravi perdite in uomini e mezzi appena 120.000 chilometri quadrati di territorio ucraino che conosce come le sue tasche. Rutte mente circa l’insufficienza dei costi per la difesa. Gli stati europei membri della NATO compresa la Gran Bretagna , esclusi USA e Turchia, hanno speso nel 2024 circa 719 miliardi di dollari contro i 461 mld. di $ della Federazione Russa. Il 58% di più della Russia in guerra!!. L’informazione arriva dal Report annuale del 12 febbraio 2025 dell’’International Institute for Strategic Studies di Londra. Spendere per la difesaal 2035 il 3,5% del PIL europeo, ma calcolato su base nazionale, porterebbe lo stock totale di spesa europea a 1.189 mld. di dollari all’anno contro i probabili 1000 mld. di $ degli Stati Uniti e i 580 mld. di $ della Russia. Rutte mente a Trump nel presentare questo protocollo di accordo sapendo benissimo che almeno 4/5 dei membri dell’Alleanza non hanno le risorse per arrivare all’obiettivo del 5% e nemmeno a quello del 3,5%. La Meloni ha firmato pur sapendo perfettamente che non sa dove prendere ulteriori 478 miliardi di dollari in 10 anni rispetto ai 378 mld. già in bilancio al 1,3% dell’attuale livello di spesa per la difesa. Rutte mente quando afferma che questa montagna di investimenti in armamenti produrrà posti di lavoro e lo sviluppo di una industria militare europea che riassorbirebbe i lavoratori lasciati a spasso dal declino della precedente industria ad uso civile. L’illusione dell’industria militare come settore trainante del sistema economico e occupazionale, caratterizzato da tecnologie avanzatissime e ‘portanti’ nei confronti del resto dell’industria, trova oggi riscontro solo nella ‘propaganda di guerra’ e in nessun dato macroeconomico. Un caso esemplare emerge disaggregando i dati del settore aeronautico tra militare e civile. Mentre i lavoratori del settore occupati in campo militare sono passati tra il 1980 e il 2021 da 382 mila a circa circa 175 mila (il 54% in meno), l’occupazione in campo civile è, invece, cresciuta da 197 mila a quasi 363 mila (l’84% in più).
Ignobile servilismo
“Raggiungerai qualcosa che nessun presidente americano è riuscito a realizzare in decenni”, ha detto Rutte a Trump e ancora “come un buon padre ogni tanto è necessario usare il bastone per raggiungere un obiettivo”. Risulta chiaro che l’Europa vuole evitare uno scontro con Trump e gli presenta un piano solo per prendere tempo con misure ragionevoli : riordino delle politiche di coordinamento della difesa degli stati europei membri riducendo doppioni e triploni di spesa; far partire iniziative industriali, comunitarie e nazionali, in settori cruciali e sensibili della difesa; riorganizzare le forze convenzionali di terra prima che gli USA spostino in altre aree le truppe dislocate in Europa orientale; mettere almeno sulla carta un progetto di riorganizzazione dell’industria europea della difesa troppo frammentata in particolare nel settore degli armamenti terrestri. Tutte misure ovvie e ragionevoli e probabilmente condivise dalla maggior parte dei cittadini europei ma che riducono fortemente la sovranità degli stati membri sulle forze armate nazionali che i politici non hanno nessuna volontà di attuare.
Cosa farà Trump e cosa dovremmo fare l’Europa
Come scrive Politico.com “ tutto questo potrebbe non bastare a far cambiare idea a Trump e placare il movimento MAGA che in patria gli contesta l’intervento in Iran e vorrebbe uscirsene da molti posti nel mondo domani mattina”. Trump forse non ha ancora finalizzato che il progetto del ReArm non partirà domani con un “ordine esecutivo” di Rutte ma ci vorranno almeno uno o due anni per far passare ai vari parlamenti questo aumento mostruoso di spese per la difesa tagliando i bilanci degli stati rispetto al welfare, ai servizi pubblici, oppure aumentando le tasse o l’indebitamento dello stato?. Se il ReArm fosse un progetto Europeo di difesa per migliorare la capacità di difenderci anche senza la presenza degli Stati Uniti prima di bussare a soldi il piano dovrebbe in modo trasparente e senza remore e riserve aprire un dibattito pubblico sulle principali linee guida del progetto:
- Come i vertici NATO attueranno una razionalizzazione e un coordinamento fra le forze armate degli stati membri che include una cessione di sovranità nazionale alla NATO ulteriore rispetto a quella attuale.
- Quali sono i progetti di reclutamento e formazione delle unità di combattimento Europee pagate con i soldi della Comunità Europea per le tre armi esercito, aviazione e marina.
- Come saranno impostati i piani industriali relativi ai soli progetti comunitari per sviluppare sistemi di arma e un contestuale riordino delle attuali attività industriali.
- Francia e Gran Bretagna sarebbero disposte a privarsi della “sovranità nucleare” delle loro testare atomiche inserendole nel sistema di comando della NATO ed evitando che sia la Germania a dotarsi di armi nucleari. Oltre tutto le due nazioni non hanno le risorse finanziarie per ammodernare quei sistemi d’arma che verrebbe realizzato con risorse comunitarie.
- Quanto è spesa pubblica dei singoli stati e quanto è spesa comunitaria.
Ma il ReArm è questo? È veramente l’occasione giusta per far partire una difesa comunitaria? Di riorganizzare progetti d’arma e comandi militari condivisi per una deterrenza europea? Assolutamente no!!! Questo piano è solo uno strumento per dare la possibilità di sforare i bilanci nazionali e spendere di più in armi agli stati membri . Di difesa comunitaria c’è poco e non vi è l’obbligo per gli stati che hanno firmato di raggiungere i target di spesa. E’ solo il migliore dei modi per dare la possibilità alle destre di riarmarsi e preparare una terza guerra grande guerra sul suolo europeo. Dove ci sono le destre c’è militarismo e nazionalismo e l’unica conseguenza è che prima o poi scoppi una guerra. Jeremy Shapiro ,attuale direttore della ricerca all’European Council on Foreign Relation, dice : “si tratta in gran parte di un gioco di prestigio, dove Trump sta facendo una richiesta falsa di maggiore spesa militare e gli europei gli stanno dando una risposta falsa, che permette a Trump di ottenere una ennesima falsa vittoria di cui può vantarsene, e i leaders europei che hanno firmato sanno perfettamente che quella montagna di soldi non c’è e non uscirà da nessun cappello del mago”.
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