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24 Febbraio 2025

Mariangela Sforza porta l’arte nel design e nell’arredamento

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Mariangela SforzaDall’armonia della danza all’energia della pittura su grandi tele.

La ricerca artistica di Mariangela Sforza porta l’arte nel design e nell’arredamento

Mariangela Sforza, artista visionaria con un passato nella danza, si è affermata come pittrice che sfida i confini fisici ed emozionali attraverso la sua arte. Ispirata da un’intima connessione con l’universo e da una ricerca del senso profondo delle emozioni, Mariangela realizza opere su tele di grandi dimensioni, dove il movimento e l’energia prendono vita. Quello di cui si avvale è un linguaggio artistico che parla all’invisibile.

<<Non credo di essere legata a un luogo fisico più che a un altro>>, racconta la pittrice, <<Più che altro sento un mio maggiore collegamento all’universo tutto, come se fossi un suo contenitore ma anche il suo contenuto. Probabilmente è per questo che il tema del mio lavoro è molto collegato al mondo invisibile più che a quello fisico e concreto>>.

Le sue opere si collocano nel mondo dell’astratto, una scelta che Mariangela descrive come

<<conseguenza logica del mio sentire o essere>>.

Ogni dipinto nasce da un’immagine o un’idea incontrata in uno stato di dormiveglia, da un ricordo o da un pensiero fugace, che si traduce in movimenti fluidi sulla tela bianca, dando vita a emozioni, atmosfere e stati d’animo. Dopo anni trascorsi nel mondo della danza, il movimento è rimasto, infatti, una componente essenziale della sua espressione creativa.

<<Ho bisogno di molto spazio>>

spiega l’artista

<<Per questo preferisco le tele grandi, per potermi espandere ed esprimermi al meglio. Raramente utilizzo tele al di sotto del metro di lunghezza e, quando capita, è come se mi venissero tagliate le ali>>.

Mariangela alterna tecniche con colori ad olio e acrilici, creando opere che si adattano sia ad ambienti moderni e di design sia a spazi più classici, aggiungendo un tocco unico a ogni contesto. Ma essere un’artista oggi comporta anche il confronto con le dinamiche di un mercato saturo, un aspetto che Mariangela affronta con determinazione. Attualmente, le sue opere sono esposte permanentemente in uno showroom di arredamento di design, e tra i suoi progetti figura una collettiva a Los Angeles, in fase organizzativa.

Con le sue grandi tele e il suo sguardo rivolto oltre il visibile, la Sforza rappresenta un punto di incontro tra arte, movimento e emozione, un percorso che affascina e ispira. Interpreta l’arte non solo come espressione personale, ma anche come un mezzo per arricchire gli ambienti, creando dialoghi armoniosi tra pittura e design d’interni. Le sue grandi tele diventano protagoniste dello spazio, trasformandolo con la loro presenza scenica e il loro impatto visivo. Grazie alla loro scala e alla profondità emotiva che trasmettono, le opere di Mariangela riescono a definire e caratterizzare un ambiente, offrendo un elemento di unicità sia per interni moderni e minimalisti che per spazi dal gusto più classico.

<<Credo che la mia pittura possa dare quel tocco in più che rende un ambiente speciale>> 

sottolinea l’artista, 

<<Non metterei limiti: può convivere con l’arredamento contemporaneo, ma anche impreziosire uno stile più tradizionale>>. 

Questo rapporto sinergico tra arte e arredamento rende le grandi tele non solo un elemento estetico, ma una parte integrante del design, in grado di valorizzare la personalità di un ambiente e di chi lo vive.

Biografia artista

  • Nata ad Andria il 12 maggio 1960, Mariangela Sforza ha dedicato trent’anni al teatrodanza, lavorando come danzatrice e coreografa.
  • Nel suo percorso artistico si è distinta per l’uso della sperimentazione e dell’improvvisazione, sviluppando nuovi linguaggi espressivi in cui il movimento spontaneo si fondeva con la voce, i suoni, i colori e le forme.
  • Questa naturale commistione tra danza e arte visiva ha progressivamente condotto Mariangela verso la pittura, una direzione che ha iniziato a prendere forma nel 2008.
  • Nel corso della sua carriera pittorica, ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui “Orizzonti contigui” presso la Galleria Mentana di Firenze nel maggio 2011 e “Salento silente” alla Galleria Stomeo di Martano nel luglio dello stesso anno.
  • Sempre nel 2011, le sue opere sono state esposte al D’Orlando Museum di Milano per la mostra “Arte all’Arco” e alla Fiera d’Arte di Padova a novembre.
  • Nel 2012 è stata finalista del concorso “Art in the City” a Palazzo Zenobio, Venezia, e ha preso parte a eventi di rilievo come “Play Your Part Art” e “Proposte per una collezione dalla figurazione all’astrazione” presso la Galleria Rosso Cinabro di Roma.
  • Tra le altre esposizioni, si ricordano “Abstract Compilation sempre a Roma e la sua partecipazione alla campagna internazionale “Stand Up for African Mothers”, organizzata dall’AMREF, con l’opera “Solo” inclusa in un’asta benefica presso la Casa d’Aste Babuino, Roma, nel dicembre 2012.
  • Nel maggio 2013, Mariangela ha tenuto la sua prima mostra personale, “Linee cosmiche”, presso la Boutique Abbasciano di Andria. Attualmente, alcune delle sue opere sono in esposizione permanente presso Tecnoarredi ad Andria.
  • Il suo percorso, che unisce corpo e materia, rimane una continua esplorazione dei legami tra movimento, spazio ed espressione visiva.
  1. Quando e come nasce la tua passione per la pittura?

Mi ero imposta di interrompere la mia carriera di danzatrice. Durante una mia performance, sotto un cielo stellato meraviglioso, un momento perfetto in cui l’emozione e la magia mi stavano trasportando in uno spazio sacro che non sempre si riesce a raggiungere con la propria arte, ho mentalmente dedicato la mia danza a mia madre che stava morendo. Temevo di perdere quella magia, sporcando tutto con qualcosa che non sarebbe mai più stato a quel livello lì. Così mi sono detta: basta non danzo più!

Sono stata circa un anno senza danzare. In quel periodo lì, la mia necessità di esprimermi, non avendo altre valvole di sfogo, è sfociata nella pittura. Ho cominciato i miei primi lavori utilizzando una scatola di pastelli ad olio che aveva utilizzato mia madre nei suoi ultimi giorni di vita. I colori e la pittura mi hanno aiutata a superare una mancanza. Era il 2008.

 Poi, successivamente, ho ripreso anche a danzare. Era giusto così.

  • In passato sei stata una danzatrice: quanto la danza ha influenzato il tuo modo di dipingere?

Credo sia evidente, già solo guardando i miei quadri, quanto sia presente il movimento nella mia arte. Ho bisogno di tele grandi su cui dipingere proprio per avere la possibilità di muovermi il più possibile. Odio le cornici, probabilmente perché le vivo come un limite. Visivamente i miei quadri con i bordi dipinti potrebbero continuare fino all’infinito. Anche le mie danze erano astratte e preferivo l’improvvisazione alle coreografie prestabilite. Credo ci sia questo nella mia pittura. Quando comincio un quadro, non parto quasi mai da un’idea precisa. Scelgo dei colori e lascio che qualcosa accada. Seguendo il percorso che la mia parte istintiva sceglie in quel momento, inevitabilmente, emerge un mio sentire.  Proprio come succede con l’improvvisazione nella danza.

  • Ci sono degli artisti celebri che ti hanno sempre ispirata?

Mi affascinano le opere di Pollock, di Klimt, di Kandinskij e di Mirò. Davanti ai loro quadri potrei stare ore senza mai annoiarmi, riuscendo a vederci sempre dettagli nuovi.

  • Quanto del tuo vissuto personale confluisce nella tua arte?

Quello che sono in quel momento passa sulla tela sicuramente. Il gesto fatto dal mio corpo nell’istante è influenzato da quello che mi sta attraversando a livello di sensazioni, emozioni e percezioni. Cerco di non intervenire con la mia parte razionale ma lascio che tutto fluisca spontaneamente.

  • Tra le mostre a cui hai partecipato quale ricordi con maggiore emozione e perché?

La mia unica mostra personale (Linee cosmiche) è stata un’esperienza indimenticabile che spero di poter ripetere presto. L’allestimento, curato da mia figlia, era molto originale, a mio avviso. I miei quadri erano stati esposti in un bellissimo negozio d’alta moda del mio paese. Ogni quadro abbinato ad un abito, quasi come un accessorio dello stesso, rendeva la mostra molto particolare; inoltre, la serata fu impreziosita da delle performance di una attrice e di una danzatrice ispirate ai miei quadri. Questa combinazione di abiti e arte ha creato un’atmosfera molto suggestiva. Vedere, poi, i miei lavori ispirare altri artisti mi ha regalato delle emozioni indimenticabili.

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