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10 Febbraio 2025

Chat di FDI, tra ignoranza ed ambizione, il ritratto della destra meloniana

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Di Rosamaria Fumarola

Si fa in questi giorni un gran parlare della pubblicazione di chat risalenti a qualche anni fa, nelle quali  Giorgia Meloni ed i suoi più stretti collaboratori si lasciavano andare a considerazioni non sempre lusinghiere, anche sugli attuali alleati di governo. Spicca tra tutte quel “bimbominchia” riferito al leghista Salvini da Fazzolari. Ci si  è domandato se sia stato opportuno rendere noti contenuti privati dai quali non si apprende nulla di veramente importante per le sorti del paese o la tenuta del governo. Qualcuno si è spinto fino a definire il libro del giornalista Giacomo Salvini per PaperFirst, una raccolta gossippara ed in fondo tale sarebbe se le chat riguardassero i partecipanti alla scorsa edizione del Grande Fratello. Invece quegli scambi di battute rischiano di diventare un interessante documento d’archivio, utile anche a chi verrà dopo di noi, per farsi un’ idea di chi in questi anni si è assunto la responsabilità di governare il paese. I piani interpretativi delle chat in oggetto sono infatti molteplici e vanno ben oltre quel ”bimbominkia”  all’indirizzo di Matteo Salvini.

Il linguaggio con cui la Meloni ed i suoi si esprimono racconta ad esempio molto di più delle considerazioni sul leghista ed allo stesso modo le citazioni o meglio il come alcune citazioni vengono fatte, offre una utilissima narrazione di cosa si nasconda davvero dietro questa destra di governo. L’impressione complessiva che se ne trae è che i partecipanti alla chat parlino del fascismo e di chi lo ideò in modo superficiale, come un modello di cui servirsi per arringare un popolo di votanti, più che per veicolare valori nei quali autenticamente essi credano. Scrivere che Mussolini è stato un gigante a cosa serve infatti? In una chat che unisce individui che di certo comunisti non sono, mi sarei aspettata riflessioni ben più profonde, di certo meno banali. Sottolineare che Mussolini è stato un gigante suona più come la lode nei confronti della rockstar di cui si è seguito il concerto, piuttosto che l’ammirazione sconfinata per lo statista ed il suo progetto politico, al quale ispirare la propria intera vita. Va dunque registrato che i bimbominkia sono più d’uno e che costoro non lo sanno ma fascisti non lo sono, semplicemente perché non possono aderire a qualcosa che non conoscono veramente. Interessante poi che proprio da questi sedicenti fascisti sia pervenuta la rivendicazione di produrre e diffondere una cultura da contrapporre a quella della sinistra e che finora si è concretizzata solo in una tormentata mostra sul futurismo: un po’ pochino per parlare di una visione, di un laboratorio intellettuale che possa essere degno di questo nome. Stavo dimenticando di aggiungere un altro importante topos in cui questa destra trova espressi i propri ideali e cioè la saga del Signore degli Anelli, anche se ho il sospetto che Tolkien ne rimarrebbe sorpreso assai. Eccola dunque la cultura della destra: il futurismo e la Saga degli Anelli.

Se le chat non fossero state pubblicate qualcuno avrebbe avuto il dubbio che un mondo ricco e complesso forse si celasse dietro questa classe dirigente e che prima o poi lo avremmo visto espresso in un grande progetto, che magari avrebbe lasciato un segno importante nella cultura occidentale. Che le cose non stavano così avremmo dovuto comprenderlo già dopo aver ascoltato le prime dichiarazioni dell’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che ci parlavano solo di un ego smisurato ed ignorante.

Insomma Mussolini fu soprattutto tronfia e consapevole propaganda che si ispirava ai fasti dell’Impero Romano e quello che celava era molto meno edificante di ciò a cui ambiva. È forse questo il solo vero punto di contatto tra la destra meloniana e quella del ventennio fascista: sono entrambi molto meno di quanto vorrebbero e non dispongono di autentici punti di riferimento sul piano politico e culturale, a meno che non si voglia considerare tale l’ambizione e la smania di potere di un gruppo che in un certo momento storico si sia ritrovato, non per proprio merito a governare un paese intero.

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Giornalista pubblicista, scrittrice, critica jazz, autrice e conduttrice radiofonica, giurisprudente (pentita), appassionata di storia, filosofia, letteratura e sociologia, in attesa di terminare gli studi in archeologia scrivo per diverse testate, malcelando sempre uno smodato amore per tutti i linguaggi ed i segni dell'essere umano