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Oasi Culturale

“Il bosco d’inverno” di Susanna Clarke

Benvenuti su “Oasi Culturale” rubrica de IlSudEst a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo della favola illustrata “Il bosco d’inverno” della scrittrice inglese Susanna Clarke.
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Credit foto Google/Ibs

Di Sara D’Angelo

L’ ultimo mese dell’anno scioglie il nodo del conto alla rovescia di pensieri impilati su superfici soggette al crollo. L’ atmosfera rinnova il suo passaggio astrale con la complicità di una Luce Santa irradiata da una dimensione celeste che, allo stesso tempo, infervora la coscienza terrena.
Un magico avvento di parole coniugate con bellissime illustrazioni traducono in un fantastico sogno il desiderio di una giovane ragazza.
Merowdis Scott ha diciannove anni quando si scopre connessa con gli esseri viventi senza anima (forse) verso i quali è suo desiderio viaggiare per avventure dalle quali ritornerà con uno spirito nuovo, perché la Natura offre in silenzio l’ascolto delle preghiere.
“Il bosco d’inverno” di Susanna Clarke si concede con garbo nei salotti trasformati in una clessidra ansiosa di fluire verso il magico tempo delle festività natalizie. La neve, l’inverno e il bosco hanno acconsentito con gioia di partecipare alla storia vicina al fantastico mondo delle fiabe con un epilogo virtuoso. Per la giovane Merowdis il bosco rappresenta la parte migliore di sé in ascolto del limite al quale vuole dare una sincera confessione. Dentro il cuore della Natura quale cuore potrebbe nascondere il turbamento della pace? Quante volte l’astuzia della neve vestita di bianca innocenza ha cancellato le orme dei pensieri che solo l’avanzare del tempo ne ha poi rivelato l’intima connessione?
L’ uomo e la Natura condividono lo stesso spazio, nella genesi dell’uno e dell’altro si percepisce il principio che tutte le forme di comunicazione sono padri di un’unica creatura.
Ysolde è sorella di Merowdis, forse la sola voce autentica che le è rimasta accanto, e che assorbe con mite stupore lo straordinario incanto della ragazza. Appena giunte davanti al cancello del bosco, Ysolde lascia che l’anima libera di Merowdis si compenetri nella Natura che ha per lei un disegno d’amore. Proprio a lei spetterà il compito di versare sopra la naturale bellezza un’umana comprensione che dia un taglio ai confini incoerenti con il principio di reciprocità.
“Un sottile strato di neve ricopriva il terreno. Delle foglie color rame erano sparse tutto intorno, i loro contorni spiccavano nella brina candida. In ogni direzione c’erano viali di alberi spogli che affondavano nella foschia lattiginosa bianco- azzurrina, punteggiati, qua e là, da cespugli di agrifoglio verde- nero”
La bianca coltre di neve richiama al silenzio i suoni indistinti della Natura lasciando che sia il passo di Merowdis il solo interruttore di quiete. Della giovane sposa degli alberi diranno che la sua indole visionaria confessa agli uditori di legno i suoi più intimi desideri lasciando che la  notte ripeta con pigrizia il suo tempo.
“Per essere spirituali non si deve andare per forza in chiesa, è la Natura che mi ha sempre trasmesso un senso di qualcosa di nettamente superiore; il solo guardarla, osservarla, mi trasmette una potenza inaudita che a volte mi annichilisce per la sua superba e suprema bellezza”. 
L’ espressione poeticamente illustrata di tanta sensibilità si deve al talento della design director Victoria Sawdon che, attraverso la sua nobile arte, crea copertine per libri di narrativa, poesia, viaggi e cucina. Gli ingredienti per un’immagine fiabesca ci sono tutti e, non appena liberi dallo scetticismo del primo impatto, tutti guarderanno la meraviglia mentre cede il posto all’autentico messaggio.

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