02 Dicembre 2024
La Corte Internazionale di Giustizia accusa Netanyahu e Gallant di crimini di guerra e ne chiede l’arresto
Di Fulvio Rapanà
Giovedi 20 Novembre la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu e Gallant affermando di aver trovato “ragionevoli prove per ritenere che siano responsabili di crimini commessi a Gaza in questi 13 mesi, tra cui l’uso della fame e il blocco degli aiuti sanitari e medici come metodo di guerra , l’omicidio di civili inermi e di operatori delle organizzazioni internazionali umanitarie, l’arresto indiscriminato di civili, anche giovanissimi, e la detenzione condotta con atti disumani e degradanti”. La CPI ha anche emesso un mandato di arresto per un leader militare di Hamas, Mohammed Deif che molto probabilmente Israele ha già assassinato. Una sentenza storica rispetto all’impunità da sempre concessa ad Israele in guerra e in pace.Le accuse mosse dalla Corte Penale Internazionale, che ha sede all’Aia, e ha competenza sulle azioni di persone responsabili di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, a differenza della Corte di Giustizia Internazionale istituita presso l’ONU, che ha competenza sugli stati, non riguardano specificamente le azioni militari , che hanno comunque procurato circa 47.000 morti e 120.000 feriti e che sono al vaglio con l’accusa di “genocidio” presso la Corte Internazionale di Giustizia , ma di quegli atti “collaterali” direttamente o indirettamente commessi su civili inermi come il continuo blocco di aiuti umanitari e sanitari indispensabili per la vita e la salute della popolazione palestinese, la sistematica distruzione di gran parte delle infrastrutture sanitarie, scolastiche e religiose dell’enclave, la continua deportazione della popolazione civile dalle proprie abitazioni ad altri luoghi della striscia. Gli Stati Uniti e Israele non sono firmatarie dello statuto della Corte che ha dichiarato di “poter esercitare le sue competenze sulla base della giurisdizione territoriale della Palestina”. Karim Khan, il Procuratore ha sottolineato ” la legge è lì per tutti e che il suo ruolo è quello di rivendicare i diritti di tutte le persone oggi palestinesi domani di altre nazioni”.
Netanyahu ha sparato una raffica di dichiarazione affermando che “respinge totalmente le accuse false e assurde” e ha definito la Corte un “organismo politico di parte e discriminatorio ” e ha aggiunto “nessuna guerra è “più giusta” di quella che Israele sta conducendo a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre” e ancora “la decisione antisemita della Corte penale internazionale è un moderno processo Dreyfus, e finirà allo stesso modo” e ancora “un atto antisemita con l’ obiettivo di dissuadermi, dissuaderci, dall’esercitare il nostro diritto naturale di difenderci dai nostri nemici che cercano di distruggerci. Un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti per conto del monopartitismo ha dichiarato che “respingiamo totalmente la decisione della Corte e siamo profondamente preoccupati per la fretta del Procuratore di richiedere i mandati di arresto”. Gli Stati Uniti hanno chiarito che la CPI non ha giurisdizione sulla questione e che “in coordinamento con i partner, tra cui Israele, stiamo discutendo i prossimi passi compreso l’emissione di sanzioni contro i componenti della corte”. Israele, e gli Stati Uniti, dimenticano che la sua nascita come nazione si fonda proprio su un atto di diritto internazionale che non hanno mai rispettato . Il presidente Joe Biden ha definito “scandaloso” l’emissione di mandati di arresto da parte della CPI contro i leader israeliani. “Vorrei essere chiaro ancora una volta: qualunque cosa la CPI possa insinuare, non c’è equivalenza tra Israele e Hamas e staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”. Rispetto a quello che dice Biden con il passare del tempo anche negli Usa la situazione per Israele si è deteriorata con una opinione pubblica sempre crescente , compresa di razza ebraica, che valuta molto negativamente sia il massacro perpetrato a Gaza che, per gli interessi e la reputazione degli Stati Uniti, che il sostegno militare e diplomatico incondizionato a Israele che l’inosservanza delle decisioni della CPI e del Diritto Internazionale. Il senatore Bernie Sanders, ebreo, afferma che dopo la decisione della Corte del 20 novembre continuare a fornire aiuti militari con armi offensive a Israele viola la legge statunitense e del Diritto Internazionale. L’isolamento di Israele e l’empasse degli Usa cresce nei centri del potere culturale, nelle Università, nei Think Tank democratici dove si è convinti che Israele non sia più una democrazia liberale ma una “democrazia elettorale“, di livello inferiore. Inoltre si fà sempre più concreta l’idea di una pessima ricaduta per la democrazia americana l’influenza e l’intrusione crescente delle lobby sioniste, che annusando l’aria che incomincia a tirare, sono impegnate a modificare l’assetto politico del Congresso finanziando con enormi capitali i candidati totalmente a favore di Israele. La decisione della Corte è arriva mentre Israele sta affrontando crescenti critiche internazionali sul bilancio delle vittime civili e sulle conseguenze umanitarie delle operazioni militari a Gaza e in Libano. Israele si difende giustificando gli attacchi mortali su ospedali, scuole, moschee, accampamenti di tende e aree residenziali con il fatto che Hamas ed Hezbollah si sono infiltrate tra la popolazione civile ma è una pessima giustificazione al massacro perpetrato . Netanyahu ostenta sicurezza e indifferenza rispetto agli effetti di questa decisione della CPI, e invece la situazione non è così perché le conseguenze per lui, Israele, gli Usa e gli Alleati sono molto rilevanti. Non fosse altro che se n’è parlato al G7 di questi giorni e Macron rispetto ad un finto cessate il fuoco in Libano dice che “si potrebbe valutare una forma di immunità diplomatica”.
Gli esperti di diritto internazionale hanno definito la decisione della Corte come “significativa” in quanto obbliga 124 paesi, tra cui molti in Europa, ad arrestare Netanyahu se entra sul loro territorio. Riporto alcuni commenti ufficiali che arrivano dalle cancellerie delle capitali alleate.
In Francia, Christophe Lemoine, portavoce del Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato che anche il suo governo avrebbe onorato i mandati: “Sosteniamo l’azione del Procuratore della Corte, che agisce in piena indipendenza, la lotta contro l’impunità è la nostra priorità quindi la nostra reazione sarà in linea con questi principi”.
Josep Borrell responsabile della politica estera dell’UE ha affermato che la decisione della CPI “non è politica” e che “deve essere rispettata e attuata” .
Il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha affermato che i Paesi Bassi, dove ha sede la Corte, eseguiranno i mandati di arresto se Netanyahu o Gallant mettessero piede sul suolo olandese, ha inoltre annullato un viaggio programmato in Israele.
Justin Trudeau, primo ministro canadese, ha dichiarato che il Canada rispetterà le decisioni della Corte “Siamo uno dei membri fondatori della Corte Penale Internazionale e della Corte Internazionale di Giustizia e difendiamo il diritto internazionale e rispetteremo tutte le normative e le decisioni delle Corti Internazionali”.
In Gran Bretagna un portavoce del governo ha dichiarato che “rispettiamo l’indipendenza” della Corte, ma che la Gran Bretagna “è stata chiara sul fatto che Israele ha il diritto di difendersi, in conformità con il diritto internazionale anche se le azioni militari e “collaterali” esercitate da Israele su Gaza non possono essere considerate come “difesa” . I mandati porteranno “un’intensa pressione politica sulla CPI”, ha scritto Anthony Dworkin, dell’European Council on Foreign Relations , “come sostenitori storici delle Corti Internazionali di Giustizia e dello stato di diritto internazionale, tutti i paesi europei dovrebbero chiarire che sostengono la Corte come organo giudiziario indipendente”.
Janina Dill, dell’Università di Oxford, ha affermato che la posizione di Netanyahu andrà sempre più peggiorando e inoltre ” la decisione della Corte implica molto chiaramente che qualsiasi supporto militare o copertura diplomatica alla guerra di Israele rischia di apparire come complicità nei crimini di guerra e crimini contro l’umanità “. Sebbene le prospettive di vedere in galera Netanyahu siano scarse, i mandati gettano comunque un’ulteriore ombra su Israele con la conseguenza di un aumentato isolamento sulla scena mondiale in un momento in cui è impantanata a livello giudiziario-diplomatico e militare .Sul campo Israele è impantanata sia a Gaza dove nonostante la quantità di bombe sganciate sia pari a quelle russe sull’Ucraina e l’assassinio di quasi tutti i leaders di Hamas questi continuano a combattere e a rendere impossibile la liberazione degli ostaggi. Anche nel sud del Libano con l’IDF che dopo un primo assaggio di scontro con Hezbollah ha chiesto a Netanyahu di accettare una tregua. Ma gli Usa e l’occidente in nome della democrazia hanno ingoiato rospi anche peggiori di Netanyahu, che rappresenta uno dei migliori interpreti della violenza imperialista, e che troveranno il modo di proteggere e assolvere in nome di un principio ben espresso da Dick Cheney: “signor Presidente <Bush J.> qui siamo tutti figli di puttana ma questo <Saddam> è il nostro figlio di puttana e dobbiamo proteggerlo”. Se così non faranno ha ragione il senatore Graham ” dopo Netanyahu toccherà a Biden e Trump”.
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