Ambiente
E buio fu
di FLAVIO DIOGRANDE
Mentre la psicosi collettiva generata dal nuovo virus evidenzia le storture di un Paese in preda ad una crisi di nervi permanente, la natura continua a mandare inequivocabili sulla salute del pianeta che spesso non riusciamo ad ascoltare. Per alzare i riflettori sui temi chiave in ottica futura – cambiamenti climatici, riscaldamento globale e riduzione delle emissioni di CO2 – anche quest’anno si terrà l’Earth Hour, “L’Ora della Terra”, grande mobilitazione globale sul clima, ideata e promossa dal Wwf.
Gli ultimi report legati alla crisi ambientale ci consegnano uno scenario a dir poco allarmante per quel che concerne gli effetti negativi che il continuo innalzamento della temperatura media del pianeta Terra potrebbe generare sull’equilibrio dell’ecosistema e sulle relazioni economiche, come spiega Marco Lambertini, direttore generale di Wwf International: «Il tasso globale di perdita della natura a cui abbiamo assistito negli ultimi 50 anni non ha precedenti nella storia dell’umanità, in relazione alla minaccia per le vite e il benessere umani. Si stima – aggiunge il rappresentante dell’organizzazione mondiale ambientalista – che i servizi forniti dalla natura valgano 125.000 miliardi di dollari l’anno, il doppio del Pil mondiale, e senza queste risorse naturali, le imprese e i servizi da cui dipendiamo falliranno».
Il 28 marzo, alle 20.30 italiane, partendo dall’Australia, migliaia di monumenti, attività commerciali, piazze, strade e luoghi simbolo delle più grandi città al mondo si fermeranno, restando al buio per un’ora, per manifestare a favore di una nuova e diversa sensibilità sociale verso le tematiche ambientali. I cittadini di ogni angolo del mondo potranno prendere parte agli eventi previsti nel corso delle manifestazioni e far sentire la propria voce, partecipando alla raccolta firme online “Voice for the Planet” che sarà poi inoltrata ai leader mondiali in occasione di congressi globali come l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Lo scorso anno l’Earth Hour, che venne celebrata per la prima volta a Sidney nel 2007, riuscì a coinvolgere milioni di persone in 188 Paesi con una grande onda di buio che si propagò in tutto il Pianeta; 18.000 monumenti tra i più importanti al mondo, dalla Torre Eiffel al Colosseo, rimasero spenti per un’ora.
Per quanto riguarda il nostro Paese, quest’anno l’evento centrale si terrà a Venezia, soggetta solo pochi mesi fa ad allagamenti e inondazioni che provocarono vittime e gravissimi danni alla città lagunare. A Roma, il WWF ha fatto richiesta che, come avviene ogni anno, si spengano le luci esterne dei palazzi della Politica – il Quirinale, Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio – oltre che la Cupola e la facciata della Basilica di San Pietro al Vaticano.
L’importanza di questo appuntamento, divenuto un momento rappresentativo della lotta ai cambiamenti climatici, lo si intuisce dalle parole di Donatella Bianchi, presidentessa di Wwf Italia, che spera in un’ampia adesione dei cittadini: «Vi chiediamo di partecipare in ogni città per far sentire con forza la nostra voce, perché mai come oggi è urgente spingere i decisori politici ed economici a passare finalmente dalle parole ai fatti». Earth Hour 2020 sarà il primo appuntamento utile per occuparsi concretamente del ‘New Deal for Nature and People’ «un nuovo modo di pensare il futuro – sostiene la presidentessa di Wwf Italia – che comprenda obiettivi ambiziosi e indicatori coerenti con il fine di proteggere efficacemente almeno il 30% della superficie del nostro pianeta entro il 2030, giungendo al 50% entro il 2050».
Oltre ad aver prodotto mobilitazioni globali che si ripetono annualmente, “L’ora della Terra” ha il merito di aver raggiunto importanti risultati nel corso di più di un decennio, riuscendo a convogliare lo sforzo di 180 Paesi del mondo che, con alterne fortune, si sono impegnati nell’adozione di misure tese a contrastare la crisi climatica (si pensi, ad esempio alla contributo dato per la creazione di un’area marina protetta di 3,5 milioni di ettari in Argentina, di una foresta Earth Hour di 2.700 ettari in Uganda e per l’approvazione di una nuova legislazione per la protezione dei mari e delle foreste in Russia).
“L’Ora della Terra 2020” sarà sostenuta e supportata attivamente non solo da associazioni, cittadini comuni e imprese, ma anche da eminenti autorità internazionali – dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres al presidente della Repubblica Austriaca Alexander Van Der Bellen e da volti noti del panorama artistico mondiale, come la modella e attrice australiana Lara Worthington, l’attore peruviano Gonzalo Revoredo, il musicista nepalese Swoopna Suman e l’attore cinese Deng Lun.