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Le Terme Romane
di MARIA PACE
Queste monumentali strutture, espressione di prestigio e ostentazione di potere, distribuite su tutto il territorio dell’impero, si trasformarono presto in efficientissimi strumenti di aggregazione e in un potente fattore di unificazione di popolazioni le più disparate e perfino di classi sociali che, altrove, non si sarebbero nemmeno sfiorate.
Le terme incontrarono subito il favore del popolo . Nel primo secolo a.C. la stanza da bagno, un locale, con servizi igienici, era pressocchè sconosciuta agli antichi romani .E anche dopo, nelle grandi Insulae, non era che uno stanzino accanto alla cucina, provvisto di un vaso per le necessità corporali chiamato lavatrina. Non altrettanto nelle grandi e lussuose domus, le case dei ricchi e dei patrizi dove, allo scopo erano destinati diversi locali provvisti di vasche e strumenti vari per la pulizia del corpo e non solo e con a disposizione efficientissimi servizi idraulici.
Il cittadino romano, però, amava l’acqua ed amava trascorrere il tempo libero, che aveva in abbondanza, poiché per lui lavoravano gli schiavi, in compagnia. Tanto quelli che potevano permettersi i bagni in casa, quanto quelli che invece non potevano permetterselo e così nacquero i balnea, i bagni pubblici. Frequentatissimi ed a bassissimo prezzo: un sesterzio come biglietto d’ingresso.
In principio si trattava di stabilimenti balneari piuttosto modesti ed anche poco illuminati, aperti per iniziativa di alcuni imprenditori privati; poche stanze e poche vasche ed anche poco spaziosi, ma provvisti di un sistema di riscaldamento dell’acqua già avanzato ed efficiente.
Non potendo, la stragrande maggioranza della popolazione romana, prendere un bagno in casa, la frequenza fu subito assai alta. La domanda, naturalmente, creò la concorrenza e questa portò ad un sempre miglioramento del servizio: gli stabilimenti diventarono sempre più sontuosi, sempre più ampi e sempre più attrezzati: ambienti per fare il bagno, ma anche spazi adibiti a palestra per fare ginnastica e altri esercizi ginnici, teatri, biblioteche…: grandiosità, capacità costruttiva e piacevolezza di linee, tipica della architettura romana che, però, non perde di vista la praticità e il funzionamento.
Le terme rappresentavano uno dei principali, forse il principale, luogo di ritrovo di cittadini, con il non trascurabile particolare del permesso di accesso per tutti, anche per i più poveri, per i prezzi modici o del tutto gratuiti, dei biglietti d’ingresso. La tipologia delle Terme, infatti, era di due categorie: una più modesta per plebei e gente povera e l’altra assai più ricca e e raffinata, per patrizi e gente ricca.
Fu proprio questa la ragione di tanta fortuna ed assiduità, anche le donne, infatti, frequentavano il balneum, occupando la sezione a loro destinata.
La convinzione che l’associazione del bagno e degli esercizi fisici avesse una connotazione terapeutica, convinse la maggior parte della popolazione a frequentare le terme, soprattutto ai tempi di Pompeo e con l’arrivo a Roma del famoso medico Asclepiade di Prusa, che considerava il bagno una pratica estremamente salutare.
“Mens sana in corpore sano” Mente sana in corpo sano. Chi non conoscce il detto!
Le terme, dunque, erano viste come uno strumento per curare corpo e mente.
L’introduzione dei primi belnea può farsi risalire al terzo secolo prima di Cristo e già al I secolo a.C. a Roma si contavano più di 150 stabilimenti e negli anni successivi ne seguirono altri, tutti impegnati a migliorare strutture e servizi.
Il grande salto di qualità si ebbe ai tempi di Augusto, ad opera di Agrippa, il genero dell’imperatore, il quale fece costruire in Campo Marzio, accanto al Pantheon, il primo stabilimento di terme pubbliche completamente gratuite.
Circa le tecniche di riscaldamento delle acque, il livello tecnologico raggiunto era notevole: sotto i pavimenti furono collocate delle caldaie per riscaldare l’acqua, che diffondevano aria calda in superficie attraverso spazi creati sotto la pavimentazione, chiamati hypocausti o ipocausti.
Dai pochi ruderi giunti fino a noi, possiamo sapere o supporre le grandi proporzioni, la bellezza degli affreschi alle pareti e degli altri ornamenti, la raggiunta tecnologia degli impianti idraulici: le terme erano piccole città all’interno della città, nelle quali trovavano spazio gli edifici più svariati come teatri, biblioteche, piazze, statue, fontane, ecc…
La scelta del posto dove costruire un balneum non era casuale, ma dettata dalla presenza di sorgenti di acque calde o curative e con il tempo, grazie alle evolute tecniche di riscaldamento dell’acqua, si diffusero rapidamente anche in città.
Dal punto di vista architettonico, essendo i singoli ambienti destinati ad usi diversi, come bagni, piscine, biblioteche, teatri, ninfei, ecc… si riscontra una certa libertà di forme, pur nel rispetto di uno schema generale. La caratteristica maggiore, però, risulta la creazione ottimale dello spazio, vale a dire, la ricerca e il perfezionamento di un equilibrio, il più spettacolare e pratico, nel rapporto tra planimetria ed altometria, attraverso geniali infilate o intrecci di ambienti chiusi ed ambienti aperti o di enormi saloni circondati da numerosissime salette, ecc…
Il risultato era di una maestosità unica, di un’eleganza e raffinatezza mirabili, di una armonia di forme e spazi suggestiva, una visione prospettica unica: spazio e luminosità.
Le tecniche costruttive conobbero soluzioni sempre nuove e sempre nuove sperimentazioni, come il caso delle “torrette” in muratura massiccia per assicurare stabilità ai punti cardine della costruzione. (continua)