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Economia & lavoro

Le restrizioni Usa di chip verso la Cina stanno danneggiando l’industria tecnologica dell’ Occidente

L’obiettivo dichiarato di queste restrizioni  è di proteggere il vantaggio tecnologico ed economico degli Stati Uniti sulla Cina e negargli le capacità di sviluppare sistemi di  Intelligenza Artificiale all’avanguardia da utilizzare per modernizzare le sue armi nucleari e convenzionali

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Credit foto https://www.elettronicaemercati.it/si-inasprisce-la-guerra-sui-chip-tra-stati-uniti-e-cina-riusciranno-gli-usa-a-bloccare-lascesa-dellindustria-cinese-dei-semiconduttori/

Di Fulvio Rapanà

Questa settimana è stata per i titoli tecnologici una delle peggiori degli ultimi anni. Le più importanti aziende  nel settore della produzione di chip come l’olandese Asml o  i “Magnifici sette”, un gruppo di società tecnologiche a grande capitalizzazione che hanno guidato la maggior parte dei guadagni del mercato azionario dal 2022 ad oggi, nella giornata di mercoledi  sono crollate.  Nvidia , Tesla , Meta Platforms , Apple , Amazon.com , Microsoft e Alphabet , hanno registrato forti perdite   Apple del 3% , Meta del 6%, Microsoft del 4% e Nvidia del 7%, Asml  in un mese ha perso il 20%. Mercoledi sono stati bruciati 770 miliardi di dollari. con perdite di oltre 100 miliardi di dollari per Alphabet e Nvidia. Il Nasdaq è sceso del  5% in una sola seduta e il “sentiment” ha continuato a essere negativo anche nelle sedute successive,  gli  strateghi di Goldman Sachs hanno avvertito che “c’è un alto potenziale di sell-off ( vendita) estivo a causa dei recenti guadagni abbastanza ininterrotti e della potenziale volatilità legata agli eventi geopolitici”. Ma quali sono i motivi di questo improvviso crollo?. Intanto  il segnale che viene dalla Federal Reserve : “l’inflazione non è ancora sotto controllo e che continueremo a muoverci per ridurla“, tradotto:  con una crescita del Pil Usa nel secondo trimestre al 2,8%, legata ai consumi interni, sarà estremamente difficile che la Federal Reserve possa tagliare i tassi. Ma il fattore più rilevante anche se meno dichiarato  è la politica di decoupling (separazione) tecnologico che l’amministrazione Biden ha scatenato da tutto l’occidente verso la Cina che rappresenta il 30% mondiale della domanda di chip di tuti i tipi, da quelli per i frigoriferi o delle auto, che se li fanno loro, a quelli per l’intelligenza Artificiale che sono saldamente in mano alle aziende occidentali. L’obiettivo dichiarato di queste restrizioni  è di proteggere il vantaggio tecnologico ed economico degli Stati Uniti sulla Cina e negargli le capacità di sviluppare sistemi di  Intelligenza Artificiale all’avanguardia da utilizzare per modernizzare le sue armi nucleari e convenzionali. Ma non solo. Funzionari statunitensi, tra cui Raimondo e il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, hanno regolarmente affermato che “le restrizioni sono fondamentali per avere un vantaggio tecnologico che è anche economico e  competitivo del paese, che a sua volta rafforza la sua sicurezza nazionale”. Quindi non solo sicurezza nazionale ma anche competitività del sistema economico.                                                                                                                          L’ amministrazione Biden si impegna a garantire che gli Stati Uniti rimangano in testa nell’Intelligenza Artificiale, principalmente preservando il loro vantaggio tecnologico sui chip cruciali per lo sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale. Raimondo ha riassunto senza mezzi termini il piano nel dicembre 2023: “L’America è leader mondiale nell’Intelligenza Artificiale e siamo leader mondiale nella progettazione avanzata di semiconduttori, punto. . . . Siamo un paio d’anni avanti alla Cina. Non lasceremo mai che ci raggiungano”. Da qui i controlli sulle esportazioni.                                                      Sebbene l’amministrazione Biden neghi che i controlli sulle esportazioni siano intesi a limitare lo sviluppo tecnologico o economico della Cina, le restrizioni offrono un potenziale mezzo per fare proprio questo. Negare alla Cina l’accesso ai chip più avanzati dovrebbe limitare la potenza di calcolo a disposizione delle aziende e degli ingegneri cinesi, frenando così la capacità del paese di sviluppare sofisticati sistemi di Intelligenza Artificiale e di raccoglierne i benefici in termini di produttività per l’intera economia cinese. I problemi  che questa politica di decoupling pone sono due, intanto  è opportuno precisare che queste aziende sono private e che  stanno già subendo  cali di fatturato significativi,  poiché sono costrette a lasciare il mercato cinese, negando loro guadagni da investire per alimentare la ricerca e lo sviluppo;  secondo,   è improbabile che i controlli sulle esportazioni ostacolino in modo significativo la modernizzazione militare della Cina e ne comprometteranno solo temporaneamente la competitività economica. L’industria cinese dei semiconduttori ha compiuto notevoli progressi negli ultimi dieci anni nella progettazione di chip AI, negli utensili e nella fabbricazione avanzata. Attualmente, il processo di produzione più avanzato sviluppato dalla principale società di fabbricazione cinese, Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC), sta producendo chip che sono indietro di circa cinque o sei anni rispetto a quelli prodotti negli Usa. Inoltre, le migliori strutture di fabbricazione di SMIC si basano ancora in larga misura su apparecchiature olandesi, giapponesi e statunitensi, poiché le apparecchiature cinesi rimangono incapaci di produrre i chip più avanzati. I benefici, tuttavia, saranno solo temporanei e i costi elevati per l’industria tecnologica dell’occidente. Ci sono forti indizi che i controlli stiano accelerando lo sviluppo interno della Cina della propria filiera di fornitura di semiconduttori. Di conseguenza, le azioni degli Stati Uniti potrebbero ostacolare l’innovazione e la crescita cinese solo nel breve termine, e in seguito accelerare effettivamente il suo progresso tecnologico. Come ho già scritto in un articolo pubblicato su www.ilsudest.it  il 20 Novembre 2023 scrivevo ” la politica di  “decouplig” messa in piedi dagli Usa ha  dimensioni colossali e investe non solo le aziende tecnologiche americane ma anche giapponesi, coreane, taiwanesi e olandesi. In un comunicato stampa la SIA, associazione dei produttori statunitensi di chip,  afferma “ Permettere all’industria di continuare ad accedere al mercato cinese, il più grande mercato commerciale al mondo per i semiconduttori di base, è importante per evitare di compromettere la leaderchip Usa nelle tecnologie elettroniche avanzate. Inoltre le ripetute misure volte a imporre restrizioni troppo ampie, ambigue e talvolta unilaterali rischiano di ridurre la competitività dell’industria statunitense dei semiconduttori, di interrompere le catene di fornitura, di causare una significativa incertezza del mercato e di provocare una continua escalation di ritorsioni da parte della Cina”. Più recentemente la SIA sostiene che “senza la Cina, le aziende statunitensi e occidentali stanno perdendo un mercato di riferimento enorme che non può essere sostituito”. Lo International Institute for Strategic Studies o IISS ha  messo nero su bianco che “i controlli sulle esportazioni di Washington faranno ben poco per arrestare la modernizzazione militare della Cina, poiché la maggior parte degli attuali sistemi d’arma convenzionali come carri armati sistemi missilistici e persino droni utilizzano chip affidabili e ben collaudati, che sono in genere fabbricati con apparecchiature più vecchie“. Ancora l’IISS: “tuttavia, i chip avanzati hanno alcune applicazioni militari; in particolare, possono accelerare la progettazione di sistemi missilistici avanzati e armi di distruzione di massa ,ma nella misura in cui l’esercito cinese ha bisogno di capacità di elaborazione avanzate per sviluppare armi e addestrare modelli di intelligenza artificiale, sarà probabilmente in grado di soddisfare tale domanda con chip di contrabbando e maggiori quantità di alternative nazionali meno performanti ma che possono essere sviluppate nel tempo”. George Lopez uno dei maggiori esperti di sanzioni presso l’Università di Notre Dame dice ” la questione è purtroppo semplice gli Usa non possono competere con una Cina in una battaglia campale a causa del nostro  sistema scolastico dove se non vai a scuola nessuno ti dice niente ed anzi si incomincia a pensare che sia un risparmio, rispetto a al sistema scolastico cinese dove se non vai a scuola ti arriva la polizia a casa”.

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