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Francesco Fortunato, quando l’azzurro si colora di bronzo :”Strategia vincente. I primi due? troppo forti”

Intervistiamo l’andriese Francesco Fortunato dopo la conquista del bronzo nei 20 km di marcia agli Europei di Roma

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Eurosport

Europei da regina per l’Italia ma anche per la Puglia: dopo l’oro di Antonella Palmisano, l’Andriese Francesco Fortunato conquista una medaglia di bronzo nella 20 km di marcia agli Europei di Roma, dietro lo svedese Perseus Karlstroem e lo spagnolo Paul McGrath. Per Fortunato un ottimo tempo di 1h 19 e 54, per lui primato stagionale. Per lui migliore prestazione di sempre a livello individuale (5 posto agli Europei del 2022 e 11 ai Mondiali del 2023) mentre a squadre aveva conquistato l’oro insieme a Valentina Trapletti ad Antalya.

Francesco prima di tutto complimenti. Questa è la tua prima medaglia individuale se non sbaglio.

Sì, la mia prima medaglia è individuale, ma ad un evento estivo, perché l’anno scorso ho vinto la medaglia d’oro in Coppa ai Campionati Europei di marcia, a squadre. Quindi avevo già vinto una medaglia. Però questa è diversa, perché è nel contesto di tutta l’atletica e non una competizione solo di marcia.

1h 19 e 54, primato stagionale. Considerando i 32 gradi non è davvero niente male

La prestazione cronometrica che ho fatto è buona considerando i 32 gradi sì, per le gare di resistenza il fattore climatico è determinante per la performance, quindi sicuramente c’è da togliere molto credo che in questo momento valevo il mio primato personale in una gara con condizioni climatiche fresche, cioè per intenderci con 15 gradi.

Il pubblico era tutto per te. Cosa hai provato all’entrata dello Stadio Olimpico?

Il pubblico era tutto per me perché comunque ero l’italiano di riferimento e quando sono entrato nello stadio è stato bellissimo perché ho percepito proprio che stavano tutti aspettando il mio ingresso ed è stato veramente emozionante percepire questa cosa e poi nel giro di pista sono riuscito anche a vedere le persone a me più care che erano a bordo pista, sugli spalti. Li ho anche salutati, indicati, è stato bello.

L’avevi detto 10 giorni fa che il tuo obiettivo era la medaglia. Sei stato di parola e l’hai ottenuta. Una medaglia soprattutto tattica. Hai rinunciato subito a rincorrere i primi due

Sì, il mio obiettivo era la medaglia di bronzo, sapevo che i primi due erano di un livello superiore, non ho mai escluso l’idea di poterli battere perché la gara va fatta, però sapevo che comunque l’obiettivo minimo era per me il bronzo, quindi ho cercato di impostare una strategia, tra virgolette, di sicurezza per portare prima a casa una medaglia e poi lasciarmi lo spazio per un eventuale recupero delle posizioni più prestigiose, tant’è vero che comunque sono rimasto sempre ad una distanza tale da non perdere il contatto con i primi e nel caso uno di loro due o entrambi avessero rallentato ero pronto a sferrare l’attacco, però non la sono sentita di rischiare di seguirli e poi rischiare di perdere anche il bronzo. Sono contento di questa strategia perché non l’avrei cambiata. Si è rivelata comunque vincente perché effettivamente loro poi sono stati più forti e quindi ho ottenuto sicuramente il massimo risultato possibile.

Parlaci del momento decisivo, cioè quello in cui sei riuscito a recuperare il tedesco Linke e a piazzarti al terzo posto

Quando Karlstroem e McGrath hanno cambiato, ho capito quello era il momento in cui si sarebbero giocate le medaglie e li ha seguiti solo Linke e allora mi sono messo a ruota ma mantenendo la distanza perché il cambio è stato proprio netto cioè è stato uno strappo ma la gara era ancora lunga e allora ho cercato di…cioè ho cambiato ma mantenendo le distanze come ho detto, per poter distribuire una volata un po’ più lunga. Tant’è vero che poi ho tenuto Linke a sottotiro per poi passarlo e da lì è stato bello perché da quel momento in poi ho sentito sempre la medaglia al collo e questo mi ha dato forza per poter continuare a spingere fino alla fine.

Hai davanti due mostri, quelli che ti hanno preceduto in questa gara. Da una parte Karlstroem, imbattuto quest’anno ma tu l’anno scorso l’hai battuto e poi lo spagnolo McGrath, che rappresenta un po’ il futuro di questa disciplina. Tra loro e te c’è un minuto di differenza come personale. Come si colma questo gap, sempre sia possibile.

Sì, il gap tra me e Karlstroem e McGrath sul primato personale è superiore al minuto. Infatti sono molto molto contento di aver ricucito questo gap perché in questa gara mi hanno dato rispettivamente circa 40 secondi e 20, quindi….. la differenza si può colmare semplicemente allenandosi di più e poi gareggiando perché ogni gara è diversa.

Alle Olimpiadi ci sarà anche Massimo Stano?

Speriamo di sì….adesso è in ripresa……dovrebbe recuperare….penso di sì

Chi temi e quanto sarà difficile ripetersi a Parigi?

Alle Olimpiadi la gara sarà ancora più difficile perché oltre agli avversari europei si aggiungeranno tutta la pattuglia asiatica, sudamericana e australiana, quindi comunque io insomma conto di essere presente e di giocarmi le mie carte perché sto bene e spero di poter fare ancora meglio. Sarà difficile ripetersi ma a Tokyo sono arrivato quindicesimo, sicuramente l’obiettivo è di migliorare almeno la posizione dei mondiali di Budapest, quindi arrivare almeno nei primi dieci, otto.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo