14 Aprile 2025
Dopo Charles Balfour, domani a chi toccherà?
Sono partite le indagini. Dobbiamo, doverosamente, attendere le sentenze della magistratura.
Qualche domanda, però, possiamo e dobbiamo farcela.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Sconcerto e dolore. Diffuso rapidamente a livello nazionale. Questa la reazione che suscita la vicenda di Charles Balfour.
Un ragazzo, un fratello del mondo, che aveva deciso di vivere e studiare a Cassino. Con profitto e passione.
Studiava e lavorava. Nella notte tra il 4 e il 5 aprile torna da lavoro.
Dalla stazione di Cassino stava tornando a casa in monopattino. In Viale Bonomi, angolo via San Marco, cade.

Viene chiamata l’autombulanza. Charles sale sul mezzo di soccorso “con le sue gambe”.

Arriva in Pronto Soccorso. Viene visitato e sottoposto ad una Tac al cranio.
Esito negativo. Il ragazzo viene dimesso. Sono all’incirca le tre di notte.
Charles, però, non lascia l’ospedale. Ha dolori troppo forti. All’addome.
Giace su una barella quando ore dopo viene trovato dal personale che stava prendendo servizio.
Le sue condizioni sono gravissime. La Tac addominale mostra una grave emorragia interna causata da lesioni alla milza e al rene.
Viene operato. Ma la situazione è compromessa. Muore così un ragazzo che voleva realizzare un sogno.
Sono partite le indagini. Dobbiamo, doverosamente, attendere le sentenze della magistratura.
Qualche domanda, però, possiamo e dobbiamo farcela.
A prescindere dai dolori all’addome perché viene dimesso alle tre di notte e non viene tenuto in osservazione? Una tac negativa al cranio non esclude che possano insorgere complicazioni nelle ore a seguire. In questi casi l’osservazione neurologica può durare anche 12 ore.
Nelle ore che il povero ragazzo passa agonizzando su una sedia nessuno si è accorto di lui? Di notte i locali attigui al Pronto Soccorso hanno una qualche forma di vigilanza?
Arriveranno le risposte e noi dobbiamo pretendere che siano rapide ed esaustive.
Questa morte ingiusta si aggiunge a tanti lutti ingiusti. Causati da problemi che non trovano soluzione.
La medicina d’urgenza è al collasso. Cassino rappresenta centinaia e centinaia di casi simili in tutta Italia. Pochi medici ed infermieri. Dotazioni specialistiche carenti.
Il personale sanitario compie veri miracoli ma la sanità deve avere mezzi e personale sufficienti. Non si può reggere sui miracoli.
Inutili anche i soliti richiami a “non generalizzare”. La responsabilità penale è personale non di categoria. Perché dobbiamo sempre chiedere e ripetere l’ovvio?
Certo è giusto dire che ci sono, in grande maggioranza, professionisti capaci ed appassionati presso l’ospedale di Cassino. Doveroso considerare le tante recensioni positive ed esprimere sdegno per le aggressioni al personale sanitario.
Altrettanto doveroso è sottolineare che sono molti mesi che i pazienti, anche con segnalazioni sul web, testimoniano che qualcosa non funzionava.




Inoltre la manutenzione delle nostre città è insufficiente. Così le strade diventano pericolose. I sindaci fanno ciò che possono con ciò che hanno. Considerato che non basta, Regioni e Stato devono battere un colpo.
Ad esempio perché la Regione non provvede ad un servizio navetta, nelle ore serali almeno fino alla mezzanotte, per collegare il centro di Cassino al campus universitario della Folcara?
Qualcuno propone di vietare i monopattini.
Non è la soluzione. Sempre parlando di Cassino diversi e frequenti casi di pedoni che cadono a causa di strade che diventano pericolose come le trappole dei Viet Cong.
https://www.frosinonetoday.it/cronaca/cassino-anziano-sbatte-testa-marciapiede.html
Che facciamo vietiamo di andare a piedi?
Bisogna piuttosto rendere sicure le strade sia per i pedoni che per i monopattini. Eliminando le buche e utilizzando cordoli antitrauma.
La politica ha l’obbligo, non più rinviabile, di trovare soluzioni e soldi.
Nessun politico, nessun amministratore è stato costretto con la forza a candidarsi.
Oggi la politica deve diventare anche l’arte dell’impossibile.
Charles verrà ricordato oggi con funerali e manifestazioni. Nel futuro con borse di studio, targhe ed eventi. Cassino non lo dimenticherà mai. Ed è giusto, doveroso.
Quello che non è giusto è il rischio amnesia sulle cause della sua morte. Che sono le cause di tante altre morti, lesioni e dolori.
Ci saranno altre manifestazioni per chiedere agli enti preposti soluzioni rapide ed efficaci? Ci sarà una costante e non episodica pressione mediatica?
Soprattutto saremo costantemente accompagnati da quel brivido alla schiena che ci ricorda che la prossima vittima potrebbe avere il nostro volto?
Nei momenti di dolore cerchiamo nella fede sostegno. La stessa fede che è di stimolo. Concludiamo quindi con una frase di Gesù valida anche per i non credenti “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui nostri figli”.
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