11 Maggio 2025
Conclave 2025: l’elezione del nuovo Papa
Benvenuti su “Oasi Culturale” rubrica de IlSudEst a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo del Conclave che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV
Se vi va, scriveteci:
redazione @ilsudest.i

Di Sara D’Angelo
A dieci giorni dai funerali di Papa Francesco il Conclave per eleggere il nuovo successore di Pietro è stato fissato per il 7 maggio 2025 alle ore 16:30 nella Cappella Sistina, in Vaticano.
Dal latino cum clave, “chiuso a chiave”, il termine indica la solennità attraverso cui viene nominato il nuovo Pontefice.
La data è stata fissata in conformità con le norme che prevedono l’inizio del Conclave tra il 15° e il 20° giorno dalla morte del Papa.
I 133 cardinali elettori provenienti da 71 Paesi si ritroveranno isolati dal mondo esterno per votare il 267° Pontefice della Chiesa cattolica. Il decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re avendo superato gli 80 anni di età è stato sostituito dal cardinale più anziano dell’ordine dei vescovi, ossia Pietro Parolin, segretario di Stato di Francesco.
Prima di ritirarsi nella Cappella Sistina, i cardinali si sono riuniti in assemblea per confrontarsi nella definizione di un nome. Del nome.
I cardinali alloggiano nella residenza di Santa Marta e da lì si spostano nella Cappella Sistina per le votazioni. Il quorum necessario per eleggere il nuovo Papa è di due terzi, ossia 90 voti.
La fumata nera è arrivata alle 21 di mercoledì 7 maggio, in ritardo di quasi due ore (era prevista per le 19) lasciando in trepidante attesa molte migliaia di persone presenti in piazza San Pietro e milioni di credenti e non credenti iperconnessi con tutti gli strumenti digitali del ventunesimo secolo.
Giovedì 8 maggio, il secondo giorno di Conclave le votazioni previste sono state quattro: due al mattino e due nel pomeriggio.
Al mattino i cardinali elettori si sono riuniti nella Cappella Paolina per celebrare la Messa e dopo, nella Cappella Sistina, hanno recitato l’Ora media prima di andare avanti con le votazioni. Alle 11.51 la seconda fumata nera accende gli animi di molti fedeli consapevoli di dover ancora attendere per conoscere il nome del nuovo Pontefice. Davanti ai maxi schermi si recita il Santo Rosario in tutte le lingue del mondo, ci si raccoglie in un silenzio privato nell’attesa di una fumata, stavolta clemente.
I tre scrutini andati a vuoto hanno rimandato alle votazioni pomeridiane una possibile chiusura del Conclave. Intorno alle 17,30-18 se la fumata fosse stata bianca o alle 20 indipendente dall’esito delle votazioni.
Alle 18.08 di giovedì 8 maggio dal comignolo sul tetto della Cappella Sistina arriva il messaggio al mondo intero che il nuovo Papa è stato eletto. Il quorum dei 2/3 è stato raggiunto.
Sui maxischermi di piazza San Pietro il colore bianco del fumo intimidisce l’infinito celeste. Gli attimi che seguono proiettano un lungo e commosso applauso, grida di gioia, bandiere ondeggianti, le campane della Basilica di San Pietro suonano a festa.
Prima di affacciarsi in piazza San Pietro il Papa ha abbracciato ciascuno dei cardinali elettori, si saprà poi che in questo 76°Conclave della Storia della Chiesa più di cento cardinali hanno votato per il nuovo Pontefice.
Subito dopo la votazione e prima della vestizione il cardinale decano ha rivolto due domande al nuovo eletto:
“Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” E, dopo la risposta, “Con quale nome vuoi essere chiamato?”. Dopodichè è avvenuta la bruciatura delle schede e la fumata, bianca, se il cardinale ha accettato.
Ai lati dell’altare della Cappella Sistina ci sono due piccole porte, una delle quali favorisce l’accesso alla “Stanza delle lacrime”, una piccola anticamera dove il nuovo Papa accede per dare inizio al cerimoniale pontificio indossando “le scarpe rosse che nell’abbigliamento papale simboleggiano la sequela e l’obbedienza del Servo dei servi di Dio al sangue versato da Cristo per la redenzione dell’umanità”.
In quella stanza la tradizione consegna l’attesa di tre talari bianche in tre taglie diverse investite del privilegio di ricoprire il corpo del vicario di Cristo, in quel momento denso di sentimenti condivisi con il Padre Nostro che è nei cieli.
Una lapide datata 31 maggio 2013 ricorda che “in questa sala, denominata “del pianto” a partire da Gregorio XIV che qui, il 5 dicembre 1590, appena eletto Papa, versò lacrime di commozione, il nuovo Pontefice, dopo aver accettato l’elezione, indossa gli abiti propri”.
Ancora una volta è toccato ad un cardinale francese annunciare al mondo il nome del nuovo Pontefice. Il 13 marzo 2013 l’elezione di Papa Francesco fu annunciata dal cardinale Jean-Louis Tauran.
Alle 19.23 il protodiacono Dominique Mamberti è apparso al balcone della basilica di San Pietro pronunciando la formula più solenne della Chiesa: “Habemus Papam”.
Il 267° Papa della storia della Chiesa è il primo Pontefice americano: il cardinale Robert Francis Prevost, che prende il nome di Leone XIV.
Nella sua prima benedizione apostolica “Urbi et Orbi” il nuovo Pontefice ha parlato di pace.
“La pace sia con tutti voi fratelli e sorelle carissimi – le prime parole rivolte ai fedeli – questo è il primo saluto del Cristo risorto, il buon pastore, che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anche io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie e tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra”.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
