04 Novembre 2024
Disastro ucraino a Kurakovo
La situazione nel settore di Kurakovo sta rapidamente volgendio al disastro per le forze ucraine sul campo di battaglia che rischiano nel migliore dei casi la ritirata in massa, nel peggiore l’accerchiamento. La situazione delle difese aeree e la situazione sugli altri fronti,
Aree di crisi nel mondo n. 221 del 3/11/2024
di Stefano Orsi
Dall’inizio del conflitto mi è capitato poche volte di vedere un divario tanto evidente sul campo di battaglia come nel settore di Kurakovo.
Kurakovo è una cittadina neorussa, appartenente alla Repubblica Popolare di Donetck (DPR) federata dal 2022 alla Federazione Russa, non riconosciuta però come tale dalla maggior parte della comunità internazionale, che la attribuisce ancora all’Ucraina, la quale però la occupò militarmente nel 2014 dopo la proclamazione dell’indipendenza.
Kurakovo ha una importante centrale termoelettrica, costruita nel 41, venne distrutta dai tedeschi nel 43 e ricostruita nel 46, nel 75 entrò in funzione nella forma attuale con ben 7 centrali di generazione, una da 200 MW e 6 da 210 MW tutte revisionate nel 2006 per un totale di 1,46 GW.
Durante l’attuale conflitto non ha subito pesanti bombardamenti, e sebbene danneggiata 2 volte, dovrebbe essere ancora operativa, mancano dati certi a tal riguardo.
Rappresenta una importante fonte di approvvigionamento energetico per l’Ucraina, data la penuria di fonti di produzione, perdere una centrale tanto grande è un danno enorme e non è sostituibile.
I comandi militari hanno tentato di difendere questo settore con ogni mezzo a disposizione, sono qui impiegati molti battaglioni e brigate, ma ciò nonostante non riescono a fermare l’avanzata russa.
Alcune unità presenti qui, tra le forze ucraine, hanno canali di informazione e discussione, anche interni a loro, spesso si sono lamentati del fatto che dall’inizio dell’operazione militare in Kursk, avventura voluta da Zelensky e Sirsky, fossero diminuite le risorse a loro destinate.
Credo che sia da ricercare qui la vera ragione di un decadimento tanto evidente della loro capacità difensiva.
Lo sforzo bellico eccessivo, voluto per sostenere l’attacco a Kursk, ha dilapidato enormi risorse che avrebbero permesso a queste unità di opporre migliore resistenza e probabilmente subire minori perdite.
Le truppe di Mosca avanzano con una precisa strategia, schiacciare in una morsa le forze ucraine e costringerle a ritirarsi oltre il fronte di Andreevka e Kostyantynopol, pena la chiusura in sacca di almeno 20 unità, tra battaglioni e brigate, in una sacca senza via di uscita.
Le difese aeree ucraine quasi scomparse.
Un aspetto emerso evidente negli ultimi giorni è quello del crescente impiego di droni da parte russa.
Vediamo un numero sempre maggiore di Geran 2 presenti nei cieli ucraini, spesso preceduti dalle lepri Gerbera, che hanno il compito di attirare su di se il fuoco delle difese aeree di Kiev e esaurirle.
A bordo di alcuni di questi dei simulatori di segnale radar creano l’impronta di un bersaglio più voluminoso e attirano il fuoco su di se, chiaramente poi passano i Geran.
Procedendo così, con un numero sempre maggiore di droni kamikaze, i Russi hanno indebolito sempre più le batterie antiaeree ucraine, molte sono state via via distrutte o danneggiate, la perdita del radar o dall’unità di comando rende i lanciatori inutili.
Il numero di droni Geran arrivati sull’Ucraina ha raggiunto il numero medio di 65 al giorno nel mese di ottobre contro i 44 del mese precedente, pari a 2023 contro i 6000 circa del resto dell’anno.
Gli ampliamenti della produzione russa sembra siano divenuti operativi come annunciato dal ministero della difesa nei mesi scorsi.
Il trend in crescita appare evidente,
Inoltre molti di questi sono ora dotati di telecamere, queste vengono con ogni probabilità attivate solo in prossimità del bersaglio programmato in modo da permettere all’operatore di ultimare l’acquisizione esatta, evitare ostacoli e protezioni e massimizzare l’efficacia dell’attacco.
I collegamenti dati, sulla base di recuperi effettuati dalle forze ucraine, verrebbero attivati tramite SIM telefoniche della rete ucraina, in modo da essere operative anche in profondità, ed è per questo che le attivano solo all’ultimo, in modo da prevenire le intercettazioni da parte del nemico.
Gli attacchi su Kiev
Il termometro sulla reale situazione delle difese aeree ucraine si ha sulla capitale Kiev, dove oramai quotidianamente i Geran arrivano e volano indisturbati giorno e notte.
Ogni tanto si vede un elicottero che li insegue ed abbatte, altre volte un missile spalleggiabile che li manca di poco https://t.me/OrdEvG/37958 , ma nel complesso agiscono ormai indisturbati.
Presso Kiev sono stanziati 11 lanciatori Patriot, ma contro i Geran sono inutili, il costo di un solo missile supera quello di 100 droni.
Nei giorni scorsi è stato anche colpito il comando delle forze armate ucraine.
Il resto dei fronti
La situazione sul resto dei fronti non è migliore, molti villaggi sono caduti, ivi compresa la città di Selidovo.
Il fronte sud si riattiva man mano, da Velika Novosolka a Kamianske in direzione di Zaparoje, a Toreck i Russi non mollano e mantengono costante la pressione, anche se in settimana è apparso meno attivo.
Su Chasov Yar ci pensano i Ceceni a tenere alta l’attenzione delle difese ed i bombardamenti sulle retrovie.
Da Zarychne a Makeevka oramai il fronte si trova in linea, i Russi stanno avanzando proprio in direzione Zarychne, nel mezzo verso Nevskoe.
Più a nord hanno preso le posizioni di Vysnovo e Pershotravnovo.
Sul fronte di Pishkane lambiscono Zarhizovo, Kolisnykovka e Lozovo.
In zona Kupyansk hanno preso il controllo delle foreste a nord della città.
Noterete che non ho parlato di iniziative ucraine, questo in quanto non ve ne sono, l’iniziativa è in mano russa su tutti i fronti.
Kursk
Questa settimana non vi sono state altre spallate da parte russa, si moltiplicano le voci dell’arrivo di forze nord coreane in questo settore, ma finora gli ucraini non fanno che posticipare le date dei presunti arrivi.