01 Settembre 2025
Il Brasile resiste: tra gli attacchi degli EU e i nuovi cammini per la sovranità
Pur sotto pressione, Lula punta a trasformare gli attacchi in opportunità: diversificare i mercati, consolidare le politiche pubbliche, ridurre le disuguaglianze — e assumere il ruolo di protagonista in un mondo multipolare.

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
1. Il nuovo attacco al Brasile
Nelle ultime settimane, gli EU hanno intensificato la loro offensiva contro il Brasile. Con minacce tariffarie, pressioni commerciali e tentativi di destabilizzazione politica, Washington ripropone una postura neocoloniale: o il Brasile si sottomette, oppure paga il prezzo dell’indipendenza.
2. Le risposte brasiliane
Lontano dal cedere, il governo brasiliano costruisce alternative concrete. Nei giorni scorsi, ha ricevuto delegazioni strategiche — tra cui quella di Panama — in un gesto di forte valore simbolico: il Canale di Panama rimane una pedina essenziale della geopolitica globale. Questo riflette la visione chiara di Lula: accanto all’India, il Brasile è tra i paesi dei BRICS più penalizzati dalle tariffe imposte dagli EU, eppure riesce ad attrarre come alleati paesi che hanno subito anch’essi le ostilità di Trump, come Panama, ma anche il Canada o la Groenlandia. Tutto ciò rafforza l’architettura multipolare che Lula cerca di tessere.
Sul piano interno, parte della produzione destinata all’esportazione viene ora acquistata dallo Stato per rifornire scuole, ospedali e istituzioni pubbliche. Una politica che protegge i produttori e allo stesso tempo rafforza i servizi pubblici.
3. La democrazia minacciata dall’interno
Se il Brasile viene riconosciuto a livello internazionale come riferimento democratico, al suo interno la realtà è più dura. Il Congresso, dominato da un’alleanza tra centro, destra e ultradestra, cerca di sabotare le riforme strutturali difese da Lula nella sua campagna elettorale. È stata approvata l’esenzione fiscale per i lavoratori a basso reddito, ma la tassazione dei super-ricchi resta bloccata. La strategia è chiara: non toccare chi non ha mai pagato o paga pochissimo, soprattutto le grandi fortune e le grandi imprese, mantenendo intatte le disuguaglianze.
A questo si sommano gli attacchi della famiglia Bolsonaro, che continua a minacciare il governo e la democrazia. Nonostante ciò, ci sono conquiste innegabili: il Brasile ha creato oltre 1,3 milioni di posti di lavoro formali tra gennaio e luglio 2025 (431.995 solo a febbraio) e consolida così la sua ripresa economica.
4. Il Brasile come riferimento democratico — e nella lotta contro la fame
L’offensiva degli EU contrasta con un riconoscimento inaspettato. Questa settimana, la rivista britannica The Economist ha indicato il Brasile come esempio di “maturità democratica” nelle Americhe. Mentre gli Stati Uniti si avviano verso protezionismo e autoritarismo sotto Trump, il Brasile dimostra un impegno a difendere le istituzioni democratiche.
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La rivista ha anche sottolineato il ruolo del Supremo Tribunale Federale come barriera contro l’autoritarismo, ricordando la risposta ferma al tentativo di golpe dell’8 gennaio 2023. La Costituzione del 1988 rimane il pilastro della democrazia brasiliana. Il paradosso, nota The Economist, è che oggi i ruoli sembrano invertiti: gli EU diventano sempre più autoritari, mentre il Brasile assume il ruolo di “adulto democratico” dell’emisfero.
Inoltre, il Brasile è uscito dalla Mappa della Fame delle Nazioni Unite: il tasso di denutrizione è sceso al di sotto del 2,5% (2,4% nel triennio 2022–2024), confermando la riuscita inversione della recente crisi alimentare.
5. Un futuro in disputa
Lo scontro con gli EU non è soltanto economico, ma anche ideologico: il Brasile difende la propria sovranità, la democrazia e la giustizia sociale. Pur sotto pressione, Lula punta a trasformare gli attacchi in opportunità: diversificare i mercati, consolidare le politiche pubbliche, ridurre le disuguaglianze — e assumere il ruolo di protagonista in un mondo multipolare.
