27 Gennaio 2025
Una settimana che non si dimenticherà facilmente
L’insediamento di Trump evidenzia la scelta di caratterizzare la sua amministrazione nel segno della prevaricazione anche degli alleati, della retorica messianica, della rottura con le scelte passate, resta in piedi solo la volontà di porre mano ai problemi cronici del Paese, che anche Biden aveva seguito.
Aree di crisi nel mondo n. 230 del 26-1-25
Alla fine Trump si è insediato.
Anche questa volta Trump è stato all’altezza della sua fama, e non è che sia un elogio questo.
La cerimonia del 20 è stata preceduta da una festa tenutasi la sera prima, in cui il presidente entrante si è levato dei sassolini dalle scarpe.
Il giorno seguente, a mezzogiorno, come da tradizione, presso il Campidoglio, si è svolta la cerimonia di insediamento, l’Inauguration day.
Trump ha giurato senza porre la mano sulle bibbie, una apparteneva a sua madre, ma non è un obbligo ed è già avvenuto in passato.
In seguito ha pronunciato il suo discorso inaugurale, tutto concentrato sulle questioni interne agli USA, ha ribadito le questioni sul Canada e sul Messico, non ha citato nemmeno una sola volta la Russia o L’Ucraina, che erano i convitati di pietra.
Pacificazione e unificazione, sono state due parole pronunciate e riferite al suo ruolo.
Il ruolo che intende interpretare, dice, è quello di chi porrà fine alle attuali guerre.
Fine del Green new deal, alle ortiche tutti i propositi degli ultimi anni, con buona pace della UE e di Greta Tunberg, fuori gli USA dagli accordi di Parigi, priorità alle trivellazioni per ricerca energia “Drill baby drill”.
Dazi dazi e ancora dazi è stata una marcata fase del suo discorso, imporre dazi alle importazioni per far affluire denaro nelle casse dello stato.
Addio al WOKE, ideologia folle che ha contagiato USA e parte dell’Europa, unico passaggio condivisibile del suo discorso assieme al chiarimento sui soli sessi riconoscibili dati dai cromosomi, maschio e femmina, che verranno riconosciuti nel Paese.
Arriva il momento del tradizionale America the beautiful, testo scritto dalla poetessa Katharine Lee Bates e poi messo in musica da Samuel A. Ward nel 1910.
Qui si ha un intoppo nella celebrazione, non parte la base musicale, minuti di imbarazzo, poi ci pensa la bravissima, e bella, Carrie Underwood famosa cantante country americana, che ha preso l’iniziativa e ha deciso di cantare comunque, senza base, esibendo una perfetta intonazione e precisione di esecuzione non comuni, brava davvero.
L’inno americano è stato eseguito da un tenore di origine italiana, Christopher Macchio.
Come ci attendavamo, dal giorno dell’insediamento sono iniziate le firme sugli Ordini esecutivi del Presidente, tesi da dare un forte segnale ed una forte caratterizzazione alla sua amministrazione da subito. Avevamo scritto e detto che nei suoi primi dieci giorni avrebbe sfornato un gran numero di iniziative tese a stravolgere le politiche USA degli ultimi anni e lo ha fatto.
Ha graziato più di 1500 condannati per gli eventi del 6 gennaio 2021, ha bloccato i fondi per la cooperazione all’estero degli USA per 90 giorni in attesa di una revisione, ha tolto il segreto di stato su episodi storici e tragici quali gli omicidi di J. F. Kennedy, suo fratello Robert e del reverendo M. L. King Jr, e sono in attesa di capire quanto sarà realmente rivelato e quanto cancellato con gli omissis.
Sono circa un centinaio questi ordini esecutivi, ho trovato interessante leggere la motivazione relativo allo stop dei fondi alla cooperazione estera: “Sezione 1. Scopo . L’industria degli aiuti esteri e la burocrazia degli Stati Uniti non sono allineate con gli interessi americani e in molti casi sono antitetiche ai valori americani. Servono a destabilizzare la pace mondiale promuovendo idee nei paesi stranieri che sono direttamente inverse alle relazioni armoniose e stabili interne ai paesi e tra i paesi. “ https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/01/reevaluating-and-realigning-united-states-foreign-aid/
Viene infatti evidenziato come gli USA abbiano contribuito mediante i fondi alla cooperazione e sviluppo, operato per destabilizzare stati esteri fino a causare conflitti.
Tutto ciò conferma quanto abbiamo denunciato per anni.
L’elenco degli ordini esecutivi comprende poi elementi di evidente e dubbia possibilità di applicazione, potete divertirvi a legger li a questo link.
Il dato che emerge è che le future politiche USA baderanno prioritariamente alla risoluzione dello squilibrio produttivo del Paese che importa enormi quantità di merci in più di quanto ormai stia esportando, il M.A.G.A. non è una caratteristica invocata da Trump, ma una politica che lui ha iniziato nel 2017 e che Biden ha proseguito nel 2021 con altri nomi e che ora riprende ulteriore slancio e violenza.
I problemi di un Paese non mutano al mutare dei Leader, cambia solo lo stile che si sceglie per farvi fronte, in ogni caso, il conto di questo squilibrio, saremo noi a doverlo pagare, e lo dovremo fare con la più scadente classe dirigente europea che si ricordi a memoria d’uomo, il che non depone a nostro favore.
L’Europa alle prese con diverse elezioni e la guerra in Ucraina
Nel frattempo ci avviamo verso le elezioni in Germania, a febbraio, e oggi in Bielorussia.
Alla 16 la percentuale di affluenza di bielorussi era di circa il 75% degli aventi diritto, una percentuale davvero ottima.
La UE ha già preparato i discorsi di disconoscimento dell’esito del voto, sebbene finora, dagli inviati e dagli osservatori internazionali, non siano emerse irregolarità di alcun tipo.
Lukashenko si appresta ad essere rieletto Presidente, e non credo che vi siano dubbi sul fatto che il suo apprezzamento nella popolazione sia reale. Lo scarso appoggio che aveva caratterizzato le proteste orchestrate dai paesi UE e dagli USA nell’estate del 2020, mostravano chiaramente che i risultati del voto fossero allineati all’effettivo supporto della popolazione verso la Tikhanovskaya, che venne foraggiata dai programmi di cooperazione estera degli USA come della UE, e mantenuta in questi 5 anni manco fosse stata davvero lei la vincitrice del voto popolare.
In Germania si assiste invece a qualcosa di peggio.
Vediamo interferire palesemente nel voto tedesco, o almeno nella campagna elettorale, un esponente del governo USA, Elon Musk.
Siamo abituati, come Occidentali, a interferire nel voto di altri Paesi, come la Bielorussia, e in passato l’Ucraina, ma siamo poco tolleranti verso chi usa su di noi ciò che noi facciamo agli altri, per cui le ingerenze di Musk sono state denunciate come tali dalla stampa e dai politici, forse di memoria corta, perchè più volte i nostri commissari europei hanno messo il becco sui processi elettorali di molti Paesi anche della UE, di recente, lo scandaloso annullamento del regolare voto dei cittadini rumeni non ha visto alcuna misura presa dalla Commissione europea, un silenzio che sancisce definitivamente la morte della democrazia nella UE.
I finanziamenti a partiti e politici da parte di Soros in passato non hanno mai scandalizzato coloro che oggi si lamentano di Musk, e questo ne evidenzia solo la malafede.
Invece chi si è lamentato delle ingerenze europee o USA come di quelle di Soros, come noi su queste pagine, possiamo e dobbiamo denunciare che ciò che Musk fa come esponente di un governo estero, sia intollerabile, al pari dell’annullamento del voto regolare in Romania, dove, peraltro, proseguono le partecipatissime manifestazioni di popolo contro le decisioni antidemocratiche delle istituzioni romene.
Gli USA puntano a frammentare politicamente la UE al fine di meglio bloccarne l’azione politica e poter imporre più agevolmente il loro gioco, gioco truccato che vede noi soli come perdenti annunciati.
In tutto questo, non mi stupisco di come in un continente alla deriva culturalmente ed intellettualmente, vi possano essere tante persone che ancora confidino in una commissione presieduta dalla più inetta e incapace politica, la Von der Leyen, oltretutto bugiarda patentata, ricordiamoci la storia delle lavatrici e dei microchip, o che si esaltino per la vittoria di Trump manco fosse il nostro salvatore.
Che miseria umana vedo in tutto ciò.
Quando Trump parla di età dell’Oro o della missione divina cui è chiamato, non parla certamente di arricchire noi, noi siamo invece , nella sua visione, nel numero di coloro che pagheranno il conto, chi ne trarrà vantaggio, saranno coloro che erano presenti in prima fila alla sua cena, l’intero GOTHA dei più ricchi nel mondo, che non credo fossero li per gustare i piatti stellati.
Ucraina
Nel mentre che si parla di piani di pace, ma non se ne vede ancora l’ombra, il conflitto procede.
Oggi è caduta una roccaforte ucraina, Velika Novosolka, che dalla prossima puntata ripristineremo nella corretta nomenclatura russa.
La battaglia per Velika è durata 6 giorni.
Le forze ucraine della 110 brigata meccanizzata hanno eseguito l’ordine di tenere le posizioni e sono state annichilite nel farlo, la 5a brigata marines russa ha issato oggi la bandiera russa nella parte nord della città a testimoniare che fossero arrivati a completarne il pieno controllo.
Non è l’ultima città di certo.
Toreck e Chasov Yar seguiranno a breve, in quanto il 98% di Toreck è in mano russa e si attende
solo la caduta della miniera per dichiararne il pieno controllo, mentre a Chasov manca poco di più.
In direzione Toreck sono caduti altri villaggi, l’esercito russo non sta avanzando direttamente sulle città di Toreck e Mirnogrod, ma le sta aggirando sui fianchi.
Le forze russe restringono ancora il perimetro del saliente di Kursk dove sono presenti le forze ucraine.
Il giornalista indipendente Patrick Lancaster è riuscito a raggiungere un villaggio appena liberato dai russi, Ruskovo Pereshnovo, in alcuni scantinati delle civili abitazioni sono stati rinvenuti corpi in avanzato stato di decomposizione di civili uccisi presumibilmente dagli occupanti ucraini dato che non vi erano segni di esplosioni.
Una brutta vicenda che non mancherà di causare polemiche ma che da noi brilla solo per il silenzio dei nostri media su tali gravi fatti.
In questa settimana i bombardamenti ucraini si sono concentrati molto sull’uso dei droni per colpire in profondità le riserve di carburante russe, colpita anche la raffineria di Ryazan ma non sono riusciti a causare danni significativi.