27 Gennaio 2025
Dichiarazione del Governo Rivoluzionario Cubano: Di fronte all’offensiva imperialista, Cuba vincerà
Il presidente statunitense Donald Trump attacca Cuba sin dal primo giorno e senza alcun pretesto.
Di Maddalena Celano
Il presidente statunitense Donald Trump attacca Cuba sin dal primo giorno e senza alcun pretesto. La decisione di ripristinare le rigide misure di guerra economica contro Cuba, eliminate dal suo predecessore solo pochi giorni prima, dimostra l’aggressività dell’imperialismo statunitense contro la sovranità, la pace e il benessere della popolazione cubana. Tra queste misure figura la reinclusione del nostro Paese nella lista arbitraria degli Stati che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo, una designazione che rivela un assoluto disprezzo per la verità.
Questo non sorprende. La dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri del 14 gennaio aveva già avvertito: “il governo di quel Paese potrebbe in futuro revocare le misure oggi adottate, come avvenuto in altre occasioni, dimostrando la mancanza di legittimità, etica, coerenza e ragione nella sua condotta contro Cuba”. Inoltre, affermava che “i politici statunitensi non si fermano mai nel trovare giustificazioni…”. È così che si governa in quel Paese.
Trump interpreta il suo arrivo al potere come l’incoronazione di un imperatore. La sua ambizione comprende, solo per cominciare, la conquista del Canada, l’usurpazione della Groenlandia, il cambiamento del nome del Golfo del Messico e la spoliazione del canale di Panama ai panamensi. La dottrina egemonica di Monroe e il Destino Manifesto, imposti a suon di sangue e fuoco in America Latina e nei Caraibi, sono la guida del nuovo governo.
A Trump si associano gruppi e politici che hanno fatto dell’aggressione a Cuba un mezzo di sostentamento, lucrando per decenni con l’industria anti-cubana, e oggi condividono l’ebbrezza del nuovo mandatario. Tutti hanno una grande responsabilità nella difficile situazione economica del Paese e nell’aumento del flusso migratorio da Cuba verso gli Stati Uniti.
Questo nuovo atto di aggressione del governo statunitense contro il popolo cubano mostra, ancora una volta, il vero, crudele e spietato obiettivo di queste e di tante altre misure di assedio e asfissia, applicate contro Cuba con fini di dominazione. È la reazione di impotenza di fronte all’incapacità di piegare la nostra volontà e al rispetto, alla simpatia e al sostegno che la Rivoluzione suscita tra i popoli del mondo.
Il blocco economico, il suo rafforzamento e le nuove misure aggressive continueranno a gravare, con effetti molto dannosi, sulla nostra economia, sul livello di vita, sulle potenzialità di sviluppo e sui legittimi sogni di giustizia e benessere del popolo cubano, come è avvenuto negli ultimi anni.
Non ci devieranno dal percorso socialista, dall’impegno di recuperare l’economia, di promuovere la massima solidarietà, creatività, talento, spirito di lavoro e di difendere come un bastione inespugnabile la libertà, l’indipendenza, la sovranità e il privilegio di costruire un futuro senza ingerenze straniere.
Il popolo cubano ringrazia per le numerose espressioni di sostegno e solidarietà ricevute da tutto il mondo, da governi, cubani residenti all’estero, parlamenti, organizzazioni politiche, religiose, sociali e da figure politiche degli Stati Uniti e di altri Paesi.
Nessuno deve illudersi. Il popolo cubano si è espresso con chiara determinazione e forza nella marcia del 20 dicembre scorso. Qui prevale la convinzione che CUBA VINCERÀ.
**PATRIA O MUERTE, VINCEREMOS.**
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Commento:
Questa dichiarazione, intrisa di resistenza e orgoglio, è una testimonianza della lotta di un popolo contro l’arroganza dell’imperialismo. Ancora una volta, Cuba si erge come simbolo di un sogno socialista, di giustizia sociale e di autodeterminazione, contro l’asfissiante morsa di un blocco economico che colpisce i più vulnerabili e mira a spegnere la scintilla della speranza.
In un mondo in cui il neoliberismo tenta di dominare ogni aspetto della vita, la determinazione cubana ci ricorda che un’alternativa è possibile. La solidarietà internazionale, richiamata in questo messaggio, deve essere la bandiera di tutti coloro che credono in un futuro equo e libero da sfruttamento. Questa è una chiamata a opporsi non solo alle politiche imperialiste di Washington, ma anche a difendere il diritto di ogni nazione a scegliere il proprio destino.
Cuba, con le sue difficoltà e contraddizioni, resta un faro di resistenza. Come progressisti, abbiamo il dovere morale di unirci a questa lotta e di denunciare ogni tentativo di soffocare la sua voce. “Patria o muerte” non è solo uno slogan: è il grido di chi non si arrende mai.
Traduzione e Commento di Maddalena Celano