17 Marzo 2025
Omicidio Chiara Poggi, tra sentenza definitiva e art 630 c.p.p.
Ultimamente si usa il termine garantismo come una offesa. Specie in campo politico. Invece la presenza di garanzie costituzionali è il fondamento di una democrazia.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Riproponiamo un articolo del 2017 diventato nuovamente attuale dopo i recenti sviluppi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi:
“Con la conferma della condanna da parte della Cassazione si chiude il caso “. Questa è la frase di rito di giornali e commentatori quando la Cassazione conferma una condanna. Ma è vero ?
No, non proprio. Mentre una sentenza definitiva di assoluzione non può essere sottoposta a revisione, può esserlo una sentenza definitiva di condanna. La materia è regolata dall’art 630 c.p.p.
Quindi in presenza di nuovi elementi o di elementi non valutati dal giudice di merito si può chiedere la revisione del processo. Procedura comunque complessa.
Di revisione del processo si parla in questi giorni con riferimento alla condanna di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi. Ricordiamo tutti la vicenda.
Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi viene trovata cadavere nella propria abitazione di Garlasco. Assassinata a colpi di oggetto contundente . Chiara era in pigiama e aveva aperto la porta al suo assassino.
Il corpo viene ritrovato dal fidanzato della ragazza, Alberto Stasi. Chiara era sola in casa, i genitori e il fratello erano in vacanza.
Alberto Stasi passa la sera del 12 agosto a casa di Chiara, per poi ritornare presso la propria abitazione dato che doveva preparare la tesi di laurea. I sospetti vanno subito proprio su Stasi.
La scena del crimine era piena di macchie di sangue eppure Stasi non si sporca le scarpe mentre si avvicina al cadavere di Chiara. Inoltre vengono trovate tracce biologiche di Chiara Poggi sui pedali di una delle biciclette di Stasi.
Alberto Stasi viene arrestato il 24/09/2007 ma viene scarcerato quattro giorni dopo per insufficienza di prove. Stasi viene comunque rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.
Nel 2009 viene assolto in primo grado. Assoluzione confermata in appello. La Cassazione annulla l’assoluzione. Dispone un nuovo processo.
La Suprema Corte ordina esami del DNA sia su un capello trovato tra le mani della vittima sia su residui organici sotto le unghie di Chiara. Nel nuovo processo viene data particolare importanza alla mancanza di sangue sulle scarpe di Stasi.
Viene accertato anche che vengono scambiati i pedali delle biciclette di casa Stasi. Le analisi del DNA non portano alcuna novità. Alberto Stasi viene condannato a 16 anni di reclusione.
Condanna confermata nel dicembre 2015 dalla Cassazione. La storia sembrava finita qui. Con Stasi che si trova in carcere e continua a sostenere la propria innocenza. Il giallo di Garlasco non essendo più un giallo sparisce da giornali e tv. Così almeno sembra.
Nel dicembre 2016 l’omicidio di Chiara Poggi torna ad essere attuale. Gli avvocati di Alberto Stasi hanno condotto indagini difensive con l’ausilio di una agenzia investigativa e di un genetista forense. Indagini difensive che hanno portato ad una novità, il DNA trovato sotto le unghie di Chiara ha corrispondenza nel DNA di un amico del fratello della vittima.
Elemento che ha portato gli avvocati di Stasi a richiedere sia nuove indagini e sia la revisione del processo. Inevitabili le polemiche.
Il nostro ordinamento prevede sia la revisione del processo sia le indagini difensive. Quindi Stasi esercita un suo diritto. Inoltre dobbiamo capire che non esiste il “ chiudete la cella e buttate la chiave “, se esistono elementi di dubbio su una condanna è doveroso verificare.
La vicenda Stasi è stata peculiare dal punto di vista processuale. Assolto due volte, condannato senza un movente e senza schiaccianti prove scientifiche. A carico di Stasi molti indizi che hanno portato ad una condanna che può avere una sua logica.
Basterà il DNA per scagionare Stasi ? Probabilmente no. Il campione di DNA era deteriorato e non è possibile effettuare nuove analisi. Inoltre la condanna di Stasi non si regge sulla prova scientifica.
Certamente se le nuove indagini dimostrano che la persona indicata dai legali di Stasi aveva movente, mezzi e opportunità, le cose potrebbero cambiare.
Ultimamente si usa il termine garantismo come una offesa. Specie in campo politico. Invece la presenza di garanzie costituzionali è il fondamento di una democrazia.
Il nostro sistema penale, il nostro codice processuale, non è stato scritto solo con l’inchiostro ma anche con le lacrime e il sangue di coloro che hanno subito ingiustizie nel nome di una presunta giustizia. Non è retorica, si tratta semplicemente di fatti storicamente e tristemente noti. Basta fare una visita a Ponza e Ventotene.
Il tempo delle ordalie e tribunali speciali è finito da tempo. Per fortuna.
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