16 Marzo 2025
Trump isola gli Stati Uniti all’ONU e rompe con i diritti delle donne
Spetta alla società civile, ai governi progressisti e alle organizzazioni per la difesa dei diritti umani continuare a lottare per un mondo più giusto e inclusivo.

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Gli USA rifiutano la dichiarazione dell’ONU sui diritti delle donne
Il governo di Donald Trump ha compiuto un ulteriore passo nel suo progetto politico caratterizzato da misure autoritarie e ultraconservatrici. Questa settimana, gli Stati Uniti hanno annunciato che *non aderiranno alla dichiarazione congiunta dell’ONU sui diritti delle donne*, consolidando il distacco dell’amministrazione attuale dal consenso globale sull’uguaglianza di genere. La decisione arriva in un momento cruciale, mentre la Commissione sulla Condizione delle Donne (CSW) si prepara ad approvare il documento la prossima settimana.
La dichiarazionedell’ONU, costruita come una risposta globale agli attacchi sistematici ai diritti delle donne promossi da governi di estrema destra in varie parti del mondo, include misure fondamentali come quote di genere, parità salariale e l’*inclusione del termine “genere” nei documenti ufficiali. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno rifiutato questi punti, sostenendo che confliggono con le loro politiche interne e valori tradizionali.
Pressioni dietro le quinte e isolamento diplomatico
Fonti diplomatiche rivelano che, dietro le quinte, i rappresentanti americani hanno esercitato pressioni su alleati come Arabia Saudita e Ungheria per indebolire il testo, rimuovendo passaggi che garantivano protezioni specifiche a donne e ragazze. Questa posizione non è solo simbolica: riflette uno sforzo deliberato per minare i progressi civili in nome di un’agenda reazionaria.
L’isolamento diplomatico degli Stati Uniti all’ONU è evidente. Mentre paesi come Germania e Canada sostengono la dichiarazione, gli USA si allineano a nazioni note per le loro politiche restrittive sui diritti delle donne. Questo cambiamento di posizione segna una rottura con la tradizione diplomatica americana, che, in governi precedenti, sosteneva iniziative globali per l’uguaglianza di genere.
Uso di simboli nazisti e mobilitazione dell’estrema destra
Lo stesso giorno in cui è stato annunciato il boicottaggio della dichiarazione, Donald Trump ha condiviso sui suoi social network un’immagine che includeva simboli associati al nazismo, suscitando indignazione internazionale. Nonostante i suoi sostenitori abbiano affermato che si trattava di un “errore non intenzionale”, i critici sostengono che questo tipo di azione faccia parte di una strategia consapevole per mobilitare la base ultraconservatrice e testare i limiti della tolleranza democratica.
La normalizzazione di un’estetica fascista da parte di un governo in carica è un segnale allarmante e inaccettabile. Inoltre, figure influenti vicine al governo, come Elon Musk, hanno amplificato messaggi che banalizzano la violenza politica e diffondono discorsi d’odio. Musk, in particolare, è stato criticato per aver condiviso teorie revisioniste e attacchi ai movimenti sociali sulle sue piattaforme di comunicazione.
Offensiva contro la comunità LGBTQIA+
Parallelamente, l’amministrazione Trump ha *intensificato la sua offensiva contro la comunità LGBTQIA+. Negli ultimi mesi, il governo ha negato il riconoscimento delle identità di genere non binarie, ha reso più difficile l’accesso ai diritti civili di base e ha sostenuto leggi statali discriminatorie, come la Legge HB 1523 nel Mississippi, che consente la negazione di servizi alle persone LGBTQIA+ sulla base di “credenze religiose”.
Queste misure fanno parte di un progetto ideologico più ampio, che mira a cancellare la diversità e imporre una visione di società autoritaria ed escludente. La persecuzione di donne e comunità LGBTQIA+ è intrinsecamente legata a un’agenda che privilegia i valori tradizionali a scapito dei diritti umani.
Resistenza globale e mobilitazione della società civile
L’isolamento degli Stati Uniti all’ONU non è passato inosservato. Governi progressisti, come quelli di Germania e Canada, si sono già schierati pubblicamente a favore della dichiarazione dell’ONU, mentre organizzazioni come Amnesty International e ONU Donne sottolineano l’importanza di mantenere i progressi ottenuti negli ultimi decenni.
Movimenti femministi, attivisti LGBTQIA+ e la società civile globale sono uniti in un unico coro: *i diritti non sono negoziabili, l’odio non sarà normalizzato e il mondo non accetterà in silenzio il ritorno della barbarie*. La resistenza a queste politiche non è solo necessaria, ma urgente, per garantire che i principi di uguaglianza e giustizia prevalgano.
Conclusione: Un appello all’azione
La posizione del governo Trump all’ONU e le sue politiche interne rappresentano una minaccia diretta ai diritti umani e alla democrazia. Tuttavia, la reazione globale dimostra che la comunità internazionale è disposta a resistere. Spetta alla società civile, ai governi progressisti e alle organizzazioni per la difesa dei diritti umani continuare a lottare per un mondo più giusto e inclusivo.
