12 Maggio 2025
9 Maggio: la vittoria sul nazismo e il nuovo mondo che si afferma
Finché ci saranno popoli massacrati in nome della “sicurezza”, rifugiati trattati come minacce o studenti perseguitati per il solo fatto di pensare, la guerra contro il fascismo continuerà a essere attuale

80 anni dalla liberazione di Berlino da parte dell’Armata Rossa
Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Il 9 maggio 2025, il mondo ha assistito alla più grande celebrazione degli ultimi ottant’anni della vittoria contro il nazismo. A Mosca, un numero senza precedenti di capi di Stato e di governo ha partecipato alla commemorazione in onore dei milioni di vite sacrificate nella lotta contro il regime di Hitler. Mai prima d’ora, in nessuna delle commemorazioni precedenti, si erano riuniti così tanti leader mondiali per celebrare la sconfitta del fascismo.
Questa data non rappresenta soltanto la resa militare della Germania nazista, ma anche il coraggio di un popolo che, sotto la bandiera rossa dell’Unione Sovietica, ha resistito alla barbarie e liberato l’Europa orientale dal terrore fascista.
La verità storica sepolta sotto la propaganda
Mentre nei centri di potere occidentali si tenta di riscrivere la storia, riducendo il ruolo sovietico a una nota a piè di pagina — o addirittura equiparando comunismo e nazismo —, gli archivi e i fatti restano intatti: oltre 27 milioni di sovietici morti, il 70% delle divisioni naziste distrutte sul fronte orientale, e Berlino conquistata dopo una battaglia sanguinosa guidata dall’Armata Rossa.
La vittoria del 1945 non fu ottenuta dai banchieri di Wall Street né dai cancellieri della City londinese, ma da lavoratori, contadini, operai e soldati comuni, che combatterono per un ideale di mondo libero dal fascismo — pur tra le contraddizioni di un regime autoritario.
La memoria come campo di battaglia
Oggi, mentre il nazismo riemerge sotto nuove maschere — partiti ultranazionalisti, suprematisti, revisionisti storici —, il recupero della memoria antifascista è più urgente che mai. Lottare contro l’oblio significa anche lottare contro la ripetizione degli orrori del passato.
La massiccia presenza di leader mondiali a Mosca dimostra che la narrazione ufficiale della NATO e di Washington — che tende a marginalizzare il ruolo sovietico — non regge di fronte alla realtà storica. E rivela anche una crescente volontà di riorganizzare le relazioni internazionali attorno a una memoria che rifiuti l’egemonia coloniale, razzista e imperialista dell’Occidente.
Si consolida un nuovo asse geopolitico
La presenza dei leader dei paesi BRICS — Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica — alle celebrazioni rafforza l’affermazione di un mondo multipolare. Inoltre, il presidente Lula, subito dopo l’evento, si è recato in Cina per partecipare al Forum Ministeriale Cina-CELAC, che riunisce i paesi dell’America Latina e dei Caraibi in un’agenda di cooperazione strategica con Pechino. In questa edizione, sono presenti 17 dei 33 ministri degli Esteri della regione, segnale chiaro che l’asse Sud-Sud avanza anche di fronte alle pressioni del Nord globale.
Una lezione per il presente: l’antifascismo è compito di tutti
Celebrare gli 80 anni della vittoria sul nazismo non significa guardare al passato con nostalgia, ma comprendere che l’antifascismo è una pratica viva, che richiede impegno politico e coraggio morale. Significa denunciare la censura, l’autoritarismo, la militarizzazione e l’odio contro le minoranze, che ancora oggi aleggiano nei palazzi e nei parlamenti.
Finché ci saranno popoli massacrati in nome della “sicurezza”, rifugiati trattati come minacce o studenti perseguitati per il solo fatto di pensare, la guerra contro il fascismo continuerà a essere attuale — e il mondo multipolare che oggi si afferma tra le macerie del colonialismo potrebbe essere l’occasione storica per evitare che si ripeta.
