Mettiti in comunicazione con noi

31 Marzo 2025

Ultime dalla sanità nel belpaese: gli italiani, da pazienti a clienti

Avatar photo

Pubblicato

su

Credit foto www.ilfattoquotidiano.it

Di Rosamaria Fumarola

Durante i processi che Wanna Marchi e sua figlia Stefania Nobile subivano in qualità di imputate, in più di un’ occasione è stato loro chiesto se non ritenessero di avere approfittato dell’ingenuità di coloro i quali avevano acquistato i prodotti che vendevano. Tutte le volte le due donne hanno risposto di non sentirsi responsabili della stupidità altrui e che anzi ritenevano naturale e giusto approfittarne per trarne un vantaggio personale. Mi tornano alla mente le loro discutibili deposizioni tutte le volte in cui mi figuro qualcuno che scelga il chirurgo su Instagram o TikTok, benché il fenomeno presenti delle peculiarità che per molti versi lo rende lontanissimo dai fatti che coinvolsero la Marchi ed i suoi sodali. Perché se il numero di chi non usa una sana diffidenza nel rapportarsi con gli altri è presumibilmente invariato, quello dei prodotti disponibili sul mercato si è ampliato a dismisura e comprende ciò che fino a non molti fa si riteneva inalienabile e cioè la salute umana. Esisteva una linea di demarcazione netta tra ciò che poteva essere acquistato e le cure mediche tanto pubbliche quanto private. Anche queste ultime erano infatti un approdo ulteriore delle indicazioni che la sanità pubblica offriva. Tale preziosa auctoritas era evidente che fosse ben al di sopra di qualunque opinione del cittadino che, com’è noto, non sempre possiede una laurea in medicina a sostenerlo ed indirizzarlo nelle questioni che attengono al suo benessere. È di pochi giorni fa la notizia della morte di una sessantaduenne, Simonetta Kalfus, deceduta a causa delle complicazioni seguite ad un intervento di liposuzione effettuato in uno studio privato romano. Il numero di quanti si affidano a medici che offrono le proprie prestazioni privatamente, senza prima avere avuto una indicazione da parte di professionisti degni di questo nome è aumentato esponenzialmente, grazie anche ai reels che sui social ritraggono bellissime infermiere sorridenti accanto ad avvenenti medici, mostrare i miracolosi miglioramenti apportati alla salute dei propri clienti. L’essere diventati semplici clienti e non più pazienti è infatti la novità più degna di nota nei nuovi rapporti con chi è deputato a prestare cure mediche a pagamento. Tuttavia pare non interessare a nessuno, benché l’America ci offra da sempre e continuamente la prova di quanto tutto ciò appartenga ad una concezione deteriore della tutela dei cittadini. Gli USA tempo fa pubblicizzavano il fumo con spot nei quali erano i medici a dichiarare quale fosse la marca di sigarette che preferivano. Lo stesso avveniva per il burro, la carne e tanti altri alimenti, che ancora i medici, sempre durante gli spot pubblicitari, assicuravano essere indispensabili e preziosi per la salute di grandi e piccini. Si obietterà che la scienza non aveva ancora dimostrato quanto il fumo, il burro o la carne fossero letali. I fatti dimostrano però il contrario. In una società governata esclusivamente dalle leggi di mercato infatti niente altro può contare, nemmeno la vita umana, che è così esposta all’ alea senza alcuna forma di tutela da parte dello stato. Peraltro oggi nemmeno i cittadini italiani godono di forme efficaci di protezione, perché il potere politico anziché sanzionare e vietare un modello che pone sullo stesso piano la vendita delle patate e quella delle prestazioni sanitarie, lo favorisce. È la civiltà che fa un passo indietro ed agevola l’ arricchimento di pochi privando le masse di strumenti che le proteggano. È la storia che fa un passo indietro e che arriva a forma di società lontane da noi millenni, regolate solo da rapporti di forza volti ad ottenere e mantenere il potere di pochi riducendo a cose le vite degli altri. 

RIPRODUZIONE RISERVATA ©

Giornalista pubblicista, scrittrice, critica jazz, autrice e conduttrice radiofonica, blogger, podcaster, giurisprudente (pentita), appassionata di storia, filosofia, letteratura e sociologia, in attesa di terminare gli studi in archeologia scrivo per diverse testate, malcelando sempre uno smodato amore per tutti i linguaggi ed i segni dell'essere umano