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30 Marzo 2025

Le ricette italiane in tavola tra ricorrenze, tradizioni e PATrimoni da custodire

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il 2025 segna un traguardo importante per i prodotti agroalimentari

italiani: lo scorso 11 marzo, il Ministero dell’Agricoltura, della

Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha pubblicato la

venticinquesima revisione dell’elenco dei 5.717 Prodotti Agroalimentari

Tradizionali (PAT).

Il primo elenco, contenente circa 2.800 PAT, vide la luce il 18 luglio

2000 con un apposito decreto dell’allora Ministero delle Politiche

Agricole e Forestali. Oggi, dopo venticinque anni e altrettante

revisioni annuali, l’Italia celebra il recupero e il riconoscimento di

ben 5.717 sapori della tradizione, suddivisi per regione e raggruppati

in undici categorie merceologiche.

Ancora una volta, la Campania si conferma la regione con il maggior

numero di prodotti tradizionali registrati: 610 PAT, con un incremento

di 9 unità rispetto all’ultima edizione. Il Lazio, invece, ha registrato

la crescita più significativa in termini assoluti, con 20 nuovi prodotti

riconosciuti.

E la Puglia? Il tacco d’Italia si posiziona al sesto posto per numero di

PAT complessivi e al secondo per nuovi ingressi nell’elenco, con 14

nuovi prodotti che nel 2025 hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale

della loro tradizionalità. A conferma della sua forte vocazione

agricola, la regione vanta ben 138 prodotti nella categoria dei

“Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati” (pari al 36% dei

suoi 379 PAT).

Tra questi, due interessanti novità sono rappresentate dalla “Mostarda

di uva di Troia” e dall’”Uva terrizuolo” (trezzùle), prodotti vegetali

tradizionalmente legati al territorio di Canosa di Puglia (BT),

territorio di origine anche de “Li’mbriacchìdde”, taralli dolci al

sentore di vino, preparati partendo da ingredienti semplici come farina

00, olio extravergine di oliva, zucchero semolato e vino aromatico

“Ubbriachello”.

Importante ingresso in elenco è rappresentato dalle “Brasciòle

pugliesi”, gli involtini di carne – di cavallo o di vitello, a seconda

dei gusti e delle tradizioni famigliari – che da sempre accompagnano le

domeniche pugliesi, tra il pippittare della pentola e l’odore di ragù

fin dalle prime luci del mattino.

L’elenco dei nuovi PAT pugliesi comprende inoltre “U Cutturidd”

dell’Alta Murgia e il “Trònere” di Turi (BA), altri piatti a base di

carne tradizionali della cucina povera regionale. Largo spazio agli

ortaggi regionali, protagonisti di ricette povere ma gustose come

“Melenzane a funghetto”, “Bietole selvatiche al pomodoro”, “Cipolle al

forno gratinate”, “Tria culli mugnuli”, “Pasta e peperoni” e “Peperoni

mollicati” proposti dai progetti BiodiverSO. Infine, la “Focaccia di

Bisceglie (u cùcue)” e la “Pizza fuorn apiert” di Biccari (FG) sono,

invece, i nuovi rappresentanti delle tradizioni pugliesi in forno.

Storie, curiosità e ricette di questi nuovi PAT di Puglia saranno presto

disponibili sul sito www.patpuglia.it. Fino ad allora, siamo pronti a

festeggiare assieme questi venticinque anni di gusti, tradizioni e

racconti a tavola.

Per maggiori informazioni:

Adriano Didonna (adriano.didonna@uniba.it)

Santamaria Pietro (pietro.santamaria@uniba.it)