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27 Gennaio 2025

“M Il Figlio del Secolo” e la nostalgia senza senso

Cerchiamo di essere orgogliosi della ricostruzione morale e materiale. Nel 1945 l’Italia era distrutta e ha saputo rinascere. Certamente non mancano i problemi. La nostra è una democrazia parzialmente incompiuta ma viva.

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Credit foto https://www.nowtv.it/watch/home/asset/m-il-figlio-del-secolo/skyatlantic_bd4a95abb2634580b47b76ac8265a29a

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La serie tv di Sky “M il Figlio del Secolo” sta facendo molto discutere. Non poteva essere altrimenti.

Raccontare Mussolini non  poteva non creare polemiche.

Un Mussolini raccontato in un modo diverso. Una funebre realistica satira, che racconta di un fascismo che veniva visto come una “buffonata” diventata poi tragedia. Un racconto riuscito grazie al bravissimo attore Luca Marinelli.

Le critiche sono concentrato sull’aver reso Mussolini e il fascismo una macchietta. Di non rispettare la realtà storica.

Il fascismo non è questione che possa suscitare sorriso. Una dittatura violenta caratterizzata da aspetti teatrali e spesso ridicoli. Incapace di prendere il meglio dalla tradizione della Roma antica ha potuto solo scimmiottare. Cosa che potrebbe accadere anche oggi con il ritorno del latino come  materia di studio.

Cosa utile ma il latino non è solo una lingua. Roma antica custodisce valori ed ideali che poco hanno in comune con molti punti dell’attuale pensiero della maggioranza https://tribunus.it/2020/12/21/libertas-divinita-romana/#:~:text=Libertas%20era%20la%20personificazione%20della,effige%20comparve%20anche%20sulle%20monete.. Per non parlare della sessualità nell’antica Roma.

Rimanendo ancora in tema Roma antica, vedendo lo stato attuale della nostra Italia vengono alla mente le parole del Giove cinematografico nel film “Scipione detto anche l’Africano”: ” se la Lupa avesse saputo i sacri gemelli invece di allattarli se li sarebbe mangiati”.

Per molti Mussolini rimane uno statista di spessore. In realtà la sua unica capacità è stata saper approfittare della paura e della debolezza. Del Re, della classe imprenditoriale, della borghesia e della Chiesa. Strumentalizzando molte legittime istanze di una Nazione provata dalla guerra e dalla crisi economica/sociale.

 Ha approfittato della debolezza delle opposizioni. Divise e incapaci di rispondere con concretezza alle istanze del popolo. Un po’ come accade ora.

Tutto ciò è ben descritto nella serie “M il figlio del secolo”.

Mussolini fu giocatore d’azzardo più che statista. Trascina cinicamente in guerra un Paese impreparato con la speranza di vincere facile grazie alla Germania: «La guerra finirà in fretta. Io ho solo bisogno di un certo numero di morti per sedere al tavolo della pace»

Sentiamo spesso la frase “ Mussolini ha fatto anche cose buone”.

Oggettivamente ha varato un importante programma di lavori pubblici. Ha migliorato l’assistenza all’infanzia e alla maternità. L’elenco è anche più lungo.

La questione però è altra. Che fine fecero queste “cose buone”?

L’Italia venne distrutta quasi interamente e con essa una buona parte delle opere pubbliche fatte costruire da Mussolini.

I giovani a cui il fascismo aveva dedicato particolare assistenza vennero mandati a morire in Russia, in Africa, in Grecia. Per una guerra assurda..

Ancora si sostiene che entrare in guerra fu “l’unica decisone sbagliata del duce”. E le leggi razziali? Le violenze contro gli oppositori del regime? L’omicidio Matteotti?

Con le accuse per le marocchinate, crimine indegno, e con le accuse ai “liberatori” di aver bombardato il nostro Paese si vogliono nascondere due verità.

La prima è l’Italia che dichiarò guerra a Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Secondo cosa diciamo del gas dei “liberatori” italiani in Etiopia?

La guerra porta sempre atrocità. Esistono a volte guerre inevitabili ma non esistono guerre giuste. L’Italia non venne aggredita ma dichiarò guerra per prima. Ecco perché la nostra Costituzione vieta la guerra come mezzo per risolvere le controversie.

Inutile riscrivere la storia. Per questo certe nostalgie sono senza senso. Nostalgia per cosa? Perché oggettivamente la nostalgia esiste. Non tornerà il fascismo ma in molti dimostrano una certa allergia alle regole democratiche. Al rispetto per i “diversi”.

Perché il fascismo è solo una vecchia maschera di una ideologia viva e presente. Ideologia che propone soluzioni discriminatorie, “semplici” e muscolari a problematiche complesse. Soluzioni che favoriscono sempre i più forti tentando di ignorare diritti costituzionalmente garantiti.

Una nostalgia figlia dell’incapacità di pensare al futuro. Di assumerci le responsabilità. Incapacità di apprezzare la democrazia. Facile delegare a “lui” le responsabilità che devono essere collettive.  Per poi cambiare bandiera quando arriva un 25 luglio.

Cerchiamo di essere orgogliosi della ricostruzione morale e materiale. Nel 1945 l’Italia era distrutta e ha saputo rinascere. Certamente non mancano i problemi. La nostra è una democrazia parzialmente incompiuta ma viva.

Che senso ha guardare indietro? Ad una ideologia sepolta dalle stesse macerie che ha creato.

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