13 Gennaio 2025
A Rebibbia Bergoglio fa il Papa e il qualunquismo di destra insorge!!
Alla gazzarra di destra dovrebbe essere chiaro che la remissione dei peccati non è l’indulto o l’ amnistia; che la grazia eterna è quella di Cristo non quella del Presidente della Repubblica, e che le porte da aprire sono quelle del cuore non quelle dei penitenziari.
Di Fulvio Rapanà
“Oggi il carcere è diventata una basilica, è molto importante essere qui perché dobbiamo pensare che tanti di questi non sono pesci grossi, i pesci grossi hanno l’astuzia <e il denaro> per rimanere fuori e dobbiamo stare vicini ai detenuti», parole di Papa Francesco dopo l’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia e al termine della messa, in cui ha citato anche le parole del vangelo di Matteo: «Gesù dice che il giorno del Giudizio saremo giudicati su questo: “ero in carcere e mi hai visitato”, ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la “speranza” non delude”. In tempi strettissimi è partita la gazzarra della destra qualunquista contro le parole del Papa, che con il suo gesto ha voluto dare rilevanza al mondo carcerario, e soprattutto contro quella “speranza” che gli è proprio indigeribile: “portateli a casa tua…nessuna parola per le vittime o per i parenti”; “X caso è andato anche a trovare le vittime dei carcerati? “; ” La fede sarà una idea intima e personale, ma questi atteggiamenti sembrano più che altro, malvagiamente pianificati”; ” La Porta Santa…? A lasciarlo fare, questo apre la porta dell’inferno… Sarà perché non è il papa? è solo il quarantunesimo antipapa”;” Quest’uomo non proclama la parola di Gesù, ma la sua ideologia. “Basta Una porta santa? Santi sono gli operai morti sul lavoro ,i morti uccisi dalla malasanità ,le donne uccise da uomini indegni “; “frutto del Conclave dei corleonesi”. Questi solo una piccolissima parte dei commenti negativi alle parole del Papa che sono comparsi su You Tube provenienti da quella destra che spara a zero contro la dottrina cattolica e il ruolo del Papa . Su una di queste invettive sono d’accordo “questi atteggiamenti sembrano più che altro, malvagiamente pianificati”, è vero Bergoglio volutamente tocca i nervi scoperti dell’attuale cristianità a cui una parte minoritaria ma chiassosa reagisce con l’intolleranza. Non è il primo Papa che scuote il mondo cattolico sulla questione carceraria. In modo più compiacente Giovanni XXII°, …un altro antipapa, scosse la cristianità di allora con una serie di atti che fecero anche molto più scalpore il primo dei quali fu’ proprio, nel 1958, di fare visita ai carcerati di Regina Coeli: «Sono venuto, mi avete veduto. Ho messo i miei occhi nei vostri occhi, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore. Questo incontro, siate pur sicuri che resterà profondo nella mia anima. E ho ben piacere che sia proprio un’opera di misericordia». Dopo un attimo di incredulità dai reclusi partì un lungo, fragoroso e commosso applauso, al suo passaggio un detenuto, condannato per gravi crimini, gli si getta piangente ai piedi e chiede: «Le parole di speranza valgono anche per me, che sono un grande peccatore?» il Papa si china, lo solleva, lo abbraccia e lo stringe a lungo sussurrandogli delle parole che il detenuto non ha voluto mai rivelare. Allora non ci furono commenti pubblici negativi la società era meno edonista e più formata ai precetti cristiani da una Chiesa Cattolica che faceva opera di formazione religiosa e sociale e nessuno osava contestare apertamente il Papa per un atto di misericordia, ma alcuni manifestarono “delle riserve” sull’opportunità di dare ” speranza” a persone che erano state espulse dalla società civile. Speranza e Misericordia due parole molto importanti per la cristianità tanto che Bergoglio dedica questo Giubileo proprio alla Speranza che non è quello degli intolleranti su You Tube del liberi tutti. ” Non dobbiamo avere della speranza un’immagine romantica”, commenta il professor Bruni, della Fondazione The Economy of Francesco, «la speranza è faccenda di mani e piedi, dal latino spes che deriva da pes, piede. Sperare è camminare, è una virtù, ci vuole esercizio, è un dono che non accade semplicemente, va conquistato, richiede fatica. Oggi è molto difficile tenere tra le mani la speranza in un mondo che non ne ha. Il Papa ci sta dicendo, con le sue opere di magistero , che anche dentro un carcere poter sperare in un modo non vano o auto illuso richiede molto lavoro ma è possibile». Il Papa ha visitato 15 penitenziari in questi anni di pontificato, la maggior parte in Italia, alcuni anche durante viaggi all’estero. Lo aveva scelto nel 2015 per la messa del Giovedì Santo. Era tornato il 28 marzo di quest’anno andando a celebrare la messa in Coena Domini nella Casa Circondariale femminile. Le radici di un legame così profondo di Bergoglio per i luoghi del dolore, della sofferenza e dell’emarginazione, come il carcere, gli derivano da un’esperienza personale maturata da prete e poi da vescovo nelle carceri e nelle favelas in Argentina. C’è una frase stupenda che dice sempre e che ha ripetuto anche ieri: “Ogni volta che entro in un carcere mi domando perché loro e non io”. E poi c’è la sua visione del mondo, che sta nel nome di San Francesco che quando si convertì andò a vivere in una specie di carcere che era il lebbrosario di Rivotorto. Bergoglio spera che l’apertura della Porta Santa nel giorno di Santo Stefano lasci tracce dentro ma sopratutto fuori dal carcere: «Per chi è fuori è un invito a bussare, a far sapere, a chi è dentro, che c’è qualcuno che vuole entrare, che si interessa al mondo delle carceri e non li dimentica“. Bergoglio a chi si trova oltre la porta non solo del carcere ma anche nelle tribolazioni della vita ricorda che “il primo passo è decidere di uscire, di aprirsi soltanto tu puoi volerlo, ma se non riesci a farcela da solo la chiesa cattolica è con te”. La speranza di Bergoglio è proprio questa che anche uno degli uomini, che stanno al di la delle porte di un carcere o che combattono contro le avversità e le debolezze dell’esistenza, decida di attraversare il portone e cambiare vita sapendo che non è solo e che la chiesa cattolica è pronta ad aiutarlo. Ma è anche un messaggio a tutti quegli uomini che fuori dal carcere decidono della vita e della morte dell’umanità che sia una persona singola o un intero popolo. E’ il messaggio di Cristo che da 20 secoli influenza la vita, la cultura, la politica dell’occidente, che spesso è stato politicamente distorto per creare religioni atee, pagane come il nazismo e per certi versi anche il fascismo, e che si rivolge all’intera umanità in un messaggio di universalità che è stato confuso con il globalismo capitalista o l’internazionalismo comunista. Come ho scritto in un articolo nel 2019 sulla :voce.info, Bergoglio, non ricevendo il Segretario di Stato Usa, Pompeo, confermò, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Papato e la Chiesa Cattolica non sono arruolabili nella crociata antiglobalista e anticinese di Trump in quanto da almeno 200 anni la missione preminente nella Chiesa è quella di gettare ponti e non costruire muri o benedire truppe. Wojtyla ha contribuito a liquidare l’Unione Sovietica non chiudendosi dentro il muro dell’ anticomunismo ma gettando ponti verso Varsavia e il Cremlino con la “speranza” che ci fosse un orecchio che decidesse di “passare la porta” . E ancora prima Giovanni XXIII° che ricevette in visita privata nel 1962 la figlia di Krusciov, allora capo di un internazionalismo comunista in piena espansione, per inviare un segnale nella “speranza” che ci fossero dall’altra parte orecchie disposte ad ascoltare e avviare un cambiamento. Le destre millantano molto su una loro presunta base messianica, religiosa, che legittimerebbe le posizioni politiche ma così non è perché parlano e vantano di appartenenza ad una religione che non esiste, andare su un palco e sventolare una Bibbia significa ostentare l’appartenenza a quella religione cattolica che dicono di voler difendere . Il libro che sta alla base della religione cattolica è il Vangelo o i Vangeli che indicano la strada per la salvezza di tutti, cristiani e non cristiani, ” peccatori e non peccatori, carcerati e non carcerati, attraverso l’osservanza delle Opere di Misericordia Corporale: Dar da mangiare agli affamati, Dar da bere agli assetati; Vestire gli ignudi; Alloggiare i pellegrini; Visitare gli infermi; Visitare i carcerati; Seppellire i morti”. Misericordia significa trattare una persona con maggiore benevolenza di quella che meriterebbe , ed è resa possibile dall’ Espiazione di Gesù Cristo; grazie alle opere della Divina Misericordia e alla recita dei versi è possibile ottenere la grazia eterna per tutti gli uomini di qualsiasi religione. Alla gazzarra di destra dovrebbe essere chiaro che la remissione dei peccati non è l’indulto o l’ amnistia; che la grazia eterna è quella di Cristo non quella del Presidente della Repubblica, e che le porte da aprire sono quelle del cuore non quelle dei penitenziari.
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