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12 Gennaio 2025

La Filosofia della Liberazione e la Resistenza Sandinista

Il pensiero critico di Dussel e Hinkelammert non si limita a una denuncia del passato, ma propone una filosofia etica e politica che parta dalla prospettiva degli esclusi.

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Di Maddalena Celano

Enrique Dussel, con la sua Filosofia della Liberazione, propone una critica radicale alla modernità eurocentrica e al capitalismo, rileggendo la storia dal punto di vista degli oppressi e ponendo al centro del pensiero filosofico ed etico le lotte per la liberazione dei popoli “periferici”. La rivoluzione sandinista e le figure di Nora Astorga e Arlen Siu rappresentano concretamente questa resistenza, configurandosi come soggetti storici che incarnano la critica al sistema-mondo moderno/coloniale. Queste donne non sono solo eroine della lotta sandinista, ma anche esempi viventi della visione etica e liberatoria promossa da Dussel.

Nora Astorga: La liberazione come giustizia e resistenza

Nora Astorga (1948–1988) fu avvocata, guerrigliera e diplomatica, una delle figure più emblematiche del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN). Cresciuta in una famiglia benestante, scelse di dedicare la sua vita alla lotta contro la dittatura di Anastasio Somoza. La sua azione più celebre fu il coinvolgimento nell’esecuzione del generale Reynaldo Pérez Vega, un atto che simboleggiava non solo la ribellione contro il regime, ma anche una denuncia della complicità imperialista degli Stati Uniti nel sostegno a Somoza.

Dopo la vittoria della rivoluzione sandinista nel 1979, Nora continuò a servire il Nicaragua come vice ministro della giustizia e, successivamente, come ambasciatrice presso le Nazioni Unite. Fu una voce potente contro l’imperialismo statunitense e un simbolo di autodeterminazione, incarnando l’etica dusseliana di una politica fondata sulla liberazione. La sua morte precoce per cancro nel 1988 la consacrò come una martire della causa rivoluzionaria.

Arlen Siu: La liberazione come cultura e memoria

Arlen Siu (1955–1972), “la guerrigliera cantautrice”, nacque a Jinotepe, Nicaragua, da una famiglia di origine cinese. Giovanissima, si dedicò alla scrittura, alla musica e all’attivismo, utilizzando la sua arte per dare voce alle sofferenze e alle speranze del popolo nicaraguense. I suoi testi erano intrisi di un profondo senso di giustizia e di amore per la libertà. A 18 anni, Arlen si unì al Fronte Sandinista, partecipando alla lotta armata contro il regime di Somoza.

Morì nel 1972 durante un’imboscata, diventando una martire della rivoluzione e un’ispirazione per generazioni di combattenti e artisti. Le sue canzoni e i suoi scritti continuano a essere un simbolo culturale e spirituale della lotta sandinista, incarnando l’importanza della dimensione culturale nella lotta per la liberazione, come sottolineato dalla Filosofia della Liberazione di Dussel.

La donna come soggetto rivoluzionario nella Filosofia della Liberazione

Sia Nora Astorga che Arlen Siu incarnano la centralità del ruolo delle donne nella liberazione. La Filosofia della Liberazione di Dussel si oppone non solo al dominio coloniale e capitalista, ma anche alle strutture patriarcali che relegano le donne ai margini della storia. Nora e Arlen, con la loro partecipazione attiva e i loro sacrifici, mostrano come le donne possano essere soggetti etici, politici e culturali di trasformazione, sfidando la doppia oppressione di genere e classe.

Le loro vite riflettono la visione dusseliana di una storia che appartiene agli oppressi, trasformando il dolore e l’esclusione in forza rivoluzionaria. Nora, con la sua abilità politica e il suo impegno internazionale, e Arlen, con la sua arte e il suo sacrificio, dimostrano che la liberazione è un processo integrale che unisce etica, cultura e resistenza.

 Etica, memoria e liberazione

La Filosofia della Liberazione di Enrique Dussel trova una realizzazione concreta nella lotta anti-imperialista sandinista e nelle figure di Nora Astorga e Arlen Siu. Queste donne incarnano il messaggio dusseliano secondo cui gli “altri”, i marginalizzati e gli oppressi, sono i veri protagonisti della storia. Nora e Arlen non solo hanno sfidato le strutture oppressive del capitalismo e dell’imperialismo, ma hanno anche lasciato un’eredità etica e culturale che continua a ispirare. Attraverso la loro lotta e il loro sacrificio, mostrano che la liberazione è una sfida complessa e universale, che intreccia politica, cultura, memoria e giustizia.

La Filosofia della Liberazione, la Resistenza Sandinista e la Critica alla Modernità Occidentale

Enrique Dussel, attraverso la sua Filosofia della Liberazione, offre una rilettura critica della modernità, smascherandone le radici coloniali e capitaliste. Egli sostiene che la modernità occidentale, lungi dall’essere un processo neutrale e universale di progresso, sia nata in sincronia con l’espansione coloniale e lo sfruttamento sistematico delle Americhe, a partire dal 1492. Questa prima modernità, inaugurata dalla conquista dell’Atlantico tropicale da parte di Spagna e Portogallo, avviò la sottomissione delle culture locali, il saccheggio delle risorse naturali e la violenza coloniale che avrebbero fondato il sistema-mondo moderno/coloniale.

La rivoluzione sandinista e le figure di Nora Astorga e Arlen Siu si collocano in questo quadro come momenti di resistenza storica a quel sistema. Esse incarnano non solo la lotta anti-imperialista del popolo nicaraguense, ma anche un’opposizione simbolica e concreta alla modernità occidentale intesa come dominio, sfruttamento e oppressione.

La Modernità come Colonialità

Secondo Dussel, la modernità non può essere compresa senza riconoscere la sua faccia nascosta: la colonialità. Mentre l’Europa si rappresentava come il centro civilizzatore e portatore di progresso, il “nuovo mondo” diveniva lo spazio della barbarie da redimere e sfruttare. Questo processo creò una gerarchia globale tra centro e periferia, tra colonizzatori e colonizzati, che persiste tuttora.

In questo contesto, la lotta sandinista rappresenta una sfida diretta alla modernità eurocentrica e al capitalismo globale. Il Nicaragua, uno dei paesi più sfruttati e impoveriti dell’America Latina, divenne il teatro di una resistenza che non si limitava a rivendicazioni locali, ma si opponeva all’intero sistema-mondo moderno/coloniale. Le donne come Nora Astorga e Arlen Siu furono figure chiave in questa sfida, portando avanti una lotta che intrecciava dimensioni politiche, culturali ed etiche.

 Nora Astorga: Giustizia contro la Colonialità

Nora Astorga, con la sua azione legale, guerrigliera e diplomatica, incarna la risposta all’imperialismo statunitense, visto da Dussel come l’erede diretto del colonialismo europeo. L’assassinio del generale somozista Reynaldo Pérez Vega non fu solo un atto di ribellione, ma un gesto che smascherava l’ipocrisia di un sistema globale che giustificava la violenza dello stato capitalista contro i popoli oppressi.

La sua azione politica, successivamente trasferita nell’arena diplomatica, dimostrò che la liberazione non è solo una questione di lotta armata, ma anche una battaglia per ridefinire le relazioni internazionali. In linea con la critica dusseliana alla modernità eurocentrica, Astorga si batté per un mondo multipolare, dove i popoli periferici potessero autodeterminarsi e rompere con le gerarchie imposte dalla colonialità.

Arlen Siu: Cultura e Decolonizzazione

Arlen Siu, attraverso le sue canzoni e la sua militanza, rappresenta un aspetto fondamentale della critica dusseliana alla modernità: la decolonizzazione dell’immaginario culturale. La modernità, infatti, non è solo un sistema economico-politico, ma anche un progetto culturale che cerca di cancellare le identità locali e di imporre un’egemonia eurocentrica.

Con le sue poesie e le sue melodie, Arlen ridava voce a un popolo oppresso, creando un’alternativa simbolica alla narrazione dominante. Le sue opere celebravano le radici culturali del Nicaragua e il sacrificio dei martiri della rivoluzione, dimostrando che la lotta per la liberazione non è solo una questione di risorse materiali, ma anche una battaglia per la memoria, l’identità e la dignità.

Lotta Sandinista e Critica alla Modernità

La resistenza sandinista non può essere separata dalla critica alla modernità occidentale. Il regime di Somoza, sostenuto dagli Stati Uniti, non era semplicemente una dittatura locale, ma parte di un sistema globale che continuava la tradizione coloniale di sfruttamento delle periferie per il beneficio del centro.

Come nota Dussel, la modernità è nata con la “triangolazione atlantica” che ha reso possibile lo sviluppo del capitalismo mercantile attraverso il saccheggio delle Americhe e la tratta degli schiavi africani. La lotta sandinista sfidava questa eredità storica, proponendo un modello di sviluppo alternativo basato sulla giustizia sociale, sulla redistribuzione delle risorse e sulla dignità umana.

 Le Donne come Soggetti della Liberazione

Nora Astorga e Arlen Siu non sono semplicemente figure di resistenza locale, ma incarnano la visione dusseliana del soggetto etico e storico: gli oppressi che si ribellano alla marginalità imposta dalla modernità coloniale. Il loro impegno, che unisce politica, cultura ed etica, dimostra che la liberazione non è un processo lineare o eurocentrico, ma nasce dalla periferia, dai margini, dalle donne e dagli esclusi.

La Modernità, la Colonizzazione dell’America e l’Occultamento dell’Altro

La conquista e la colonizzazione delle Americhe rappresentano il momento fondativo della modernità, un processo che, secondo pensatori come Enrique Dussel e Juan José Bautista, è indissolubilmente legato alla sottomissione e all’occultamento ontologico dell’Altro. La modernità non si limita a un’espansione territoriale o a un avanzamento tecnologico, ma si configura come un sistema globale che, fin dalla sua nascita, razzializza e gerarchizza le differenze culturali per giustificare il dominio economico, politico e culturale.

Secondo Bautista, la modernità/colonialità ha prodotto la nozione di razza come categoria sociale fondativa, permettendo di classificare gli esseri umani in base a una gerarchia simile a quella utilizzata per gli animali. Questa classificazione ha distinto i gruppi umani tra “superiori” e “inferiori”, dando legittimità ideologica al genocidio, alla schiavitù e allo sfruttamento economico delle popolazioni indigene e africane. Come sottolinea Ramón Grosfoguel, il sistema-mondo moderno/coloniale non è solo capitalista, ma anche patriarcale, occidentalcentrico e cristianocentrico, imponendo un modello di potere che persiste fino a oggi.

Colonialità e Razza: La Persistenza di un Modello di Potere

La razza, creata come categoria ontologica dalla modernità, diventa lo strumento attraverso cui il sistema coloniale classifica e domina. Le popolazioni indigene delle Americhe e gli schiavi africani furono posti in una posizione di inferiorità antropologica e ontologica, giustificando così la loro subordinazione economica e politica. Questo processo, secondo Bautista, ha inaugurato una nuova forma di potere globale che si radica non solo nella forza militare, ma anche in una costruzione epistemica e ideologica che occulta l’umanità dell’Altro.

La “colonialità del potere”, concetto sviluppato da Aníbal Quijano e ripreso da pensatori come Grosfoguel, non è semplicemente un’eredità del colonialismo, ma una struttura che continua a modellare le relazioni di dominio nel mondo contemporaneo. Essa è il nucleo della modernità, un sistema che non può essere separato dalle sue origini coloniali e razziste.

Critica alla Modernità: Enrique Dussel e Franz Hinkelammert

Enrique Dussel e Franz Hinkelammert offrono una prospettiva critica sulla modernità, smascherandone il carattere eurocentrico e colonialista. Dussel, in particolare, vede la modernità come un progetto globale fondato sullo sfruttamento delle periferie e sull’occultamento dell’Altro. La sua Filosofia della Liberazione parte dalla prospettiva degli oppressi, cercando di ricostruire una storia alternativa che metta al centro i popoli esclusi dal progetto moderno.

Hinkelammert, invece, sottolinea come la modernità abbia costruito un sistema di esclusione e violenza mascherato da progresso universale. Egli critica l’universalismo astratto della modernità occidentale, che cancella le differenze culturali e sociali per imporre un unico modello di sviluppo basato sul capitalismo e sul dominio tecnico-scientifico.

Un Sistema-Mondo da Decolonizzare

La modernità, come evidenziato da questi autori, è inseparabile dalla colonialità. Essa non è un progetto neutrale, ma un sistema-mondo che perpetua il dominio economico e culturale delle élite occidentali. La critica alla modernità implica dunque la necessità di decolonizzare le strutture di potere, le epistemologie e le categorie sociali che hanno legittimato il dominio coloniale e continuano a operare nel presente.

Il pensiero critico di Dussel e Hinkelammert non si limita a una denuncia del passato, ma propone una filosofia etica e politica che parta dalla prospettiva degli esclusi. In questa visione, la decolonizzazione diventa un progetto globale che mira a superare il sistema capitalista/patriarcale/occidentalcentrico e a costruire una nuova universalità basata sulla giustizia, la solidarietà e il riconoscimento delle differenze.

Conclusione: Verso una Modernità Alternativa

La conquista delle Americhe non è solo un evento storico, ma il punto di partenza di una modernità che continua a dominare il presente attraverso la colonialità del potere. La critica di Dussel e Hinkelammert a questo sistema-mondo non è solo filosofica, ma profondamente politica: essa invita a immaginare una modernità alternativa, capace di superare le gerarchie razziali, economiche e culturali che hanno fondato il mondo moderno. In questo senso, la loro filosofia si configura come un appello alla liberazione degli oppressi e alla costruzione di un futuro realmente universale.

La Filosofia della Liberazione di Enrique Dussel, letta attraverso la lente della resistenza sandinista, propone una modernità “altra”, che non sia fondata sul dominio e sullo sfruttamento. Nora Astorga e Arlen Siu, con le loro vite e i loro sacrifici, dimostrano che la liberazione non è solo possibile, ma necessaria per costruire un sistema-mondo più giusto e umano. La loro lotta è un richiamo a una storia che non è ancora conclusa: quella della costruzione di un futuro che superi la modernità capitalista e coloniale, verso una vera etica della giustizia e della solidarietà globale.

Ecco una bibliografia di riferimento sui temi della modernità, colonialità e filosofia della liberazione:

Libri e articoli di Enrique Dussel

1. Dussel, E. (1995). The Invention of the Americas: Eclipse of “the Other” and the Myth of Modernity. Continuum.

2. Dussel, E. (1998). Ethics of Liberation: In the Age of Globalization and Exclusion. Duke University Press.

3. Dussel, E. (2000). “Europe, Modernity, and Eurocentrism.” Nepantla: Views from South, 1(3), 465–478.

  • Dussel, E. (2013). Política de la liberación: Historia mundial y crítica. Editorial Trotta.

Libri e articoli di Franz Josef Hinkelammert

1. Hinkelammert, F. J. (2001). El sujeto y la ley: El retorno del sujeto reprimido. Editorial DEI.

2. Hinkelammert, F. J. (2012). El mito del progreso y el reino de la libertad. Editorial San Pablo.

3. Hinkelammert, F. J. (2017). Crítica a la razón utópica*. Editorial DEI.

Saggi sulla modernità e la colonialità

1. Quijano, A. (2000). “Coloniality of Power, Eurocentrism, and Latin America.” Nepantla: Views from South, 1(3), 533–580.

2. Grosfoguel, R. (2011). “Decolonizing Post-Colonial Studies and Paradigms of Political-Economy: Transmodernity, Decolonial Thinking, and Global Coloniality.” Transmodernity: Journal of Peripheral Cultural Production of the Luso-Hispanic World, 1(1).

3. Mignolo, W. D. (2007). The Idea of Latin America. Blackwell Publishing.

4. Bautista Segales, J. J. (2018). Colonialidad, capitalismo y modernidad: Ensayos para una crítica decolonial del eurocentrismo. Editorial Plural.

Lotte sandiniste e figure storiche

1. Astorga, N. (1985). Nicaragua: Revolution in the Family. Random House (autobiografia di Nora Astorga).

2. Zimmermann, M. (2000). Sandinista: Carlos Fonseca and the Nicaraguan Revolution. Duke University Press.

3. Vilas, C. M. (1986). The Sandinista Revolution: National Liberation and Social Transformation in Central America. Monthly Review Press.

Studi sulla filosofia della liberazione

1. Martínez Andrade, L. (2013). Filosofía de la liberación y pensamiento decolonial: Una aproximación crítica a Enrique Dussel. Siglo XXI Editores.

2. Löwy, M. (2007). The War of Gods: Religion and Politics in Latin America*. Verso Books.

3. Santos, B. de S. (2014). Epistemologies of the South: Justice against Epistemicide*. Routledge.

Articoli e studi sulle donne nella rivoluzione sandinista

  1. Kampwirth, K. (2004). Women and Guerrilla Movements: Nicaragua, El Salvador, Chiapas, Cuba. Penn State University Press.
  2. Randall, M. (1995). Sandino’s Daughters: Testimonies of Nicaraguan Women in Struggle. Rutgers University Press.
  3. Lancaster, R. (1992). Life is Hard: Machismo, Danger, and the Intimacy of Power in Nicaragua. University of California Press.

Altri riferimenti utili

1. Escobar, A. (1995). Encountering Development: The Making and Unmaking of the Third World. Princeton University Press.

2. Fanon, F. (1961). The Wretched of the Earth. Grove Press.

3. Galeano, E. (1971). Las venas abiertas de América Latina. Siglo XXI Editores.