09 Dicembre 2024
Il mistero irrisolto dell’omicidio di Carmine Pitoni
La storia di questa settimana è un caso che non è stato risolto, ma con nuove testimonianze, si può ben sperare.
Un grazie va alla Dr.ssa Monica Pitoni che ci ha parlato di suo nonno, le auguro che questa nostra rubrica, possa svegliare la coscienza di qualche persona che sa e che a suo tempo non ha parlato.
Di Maria Tuzi
RUBRICA STORIE IRRISOLTE
La storia di questa settimana è un caso che non è stato risolto, ma con nuove testimonianze, si può ben sperare.
Un grazie va alla Dr.ssa Monica Pitoni che ci ha parlato di suo nonno, le auguro che questa nostra rubrica, possa risvegliare la coscienza di qualche persona che sa e che a suo tempo non ha parlato.
Chi era Carmine Pitoni?
Carmine era mio nonno. Un tassista di Rieti ed è stato ucciso mentre stava effettuando una corsa da Rieti a Leonessa, un paesino limitrofo. Era sposato con Amelia Martini, dalla loro unione è nato Massimo, mio padre. E’ stato un grande lavoratore e di lavori ne ha fatti diversi, fino al 1957 quando è diventato tassista. All’epoca di tassisti non ce ne erano molti. Questo lavoro termina il giorno della sua morte.
Cosa è successo nel 1959?
Il 26 ottobre alcuni operai trovano il cadavere di un uomo di circa 30 anni di età. In posizione boccone e con le braccia aperte, in località Forca del fuscello situato a Leonessa. Mentre i carabinieri sono sul posto per effettuare i rilievi, vengono contattati perché nei pressi della stazione di Rieti viene ritrovato e riconosciuto il taxi di mio nonno. Il corpo di mio nonno presentava all’altezza del lobo dell’orecchio destro un foro di entrata da proiettile, ricoperto da sangue coagulato. Subito iniziano a susseguirsi una serie di ipotesi, che variano dall’ omicidio per rapina; per vendetta; per motivi politici o per gelosia. Qualcuno ha ipotizzato che l’omicidio sia avvenuto per mettere a tacere una persona che aveva sentito o visto qualcosa. Dopo gli accertamenti sulla macchina viene scartata l’ ipotesi della rapina perché in macchina vengono ritrovati documenti, la fede del matrimonio di mio nonno e altri oggetti d’oro. Gli inquirenti iniziano a interrogare molte persone ma nessuno chiarisce la situazione: c’era chi non ricordava, chi non è stato preciso con l’orario o con il giorno. Sicuramente erano spaventati da qualcosa o da qualcuno e non si è esposto nessuno.
Dopo tutto questo tempo, cosa provi quando pensi a tuo nonno?
Nonostante sia un cold case resta una ferita aperta per noi.
Sono successe anche tante cose. Una fra tante accaduta mentre stavo raccogliendo materiale in questura, perché volevo fare una tesi su questo caso, essendo laureata in psicologia con un master in criminologia e psicologia investigativa. Ritroviamo la tomba di mio nonno rotta da una picconata, che sia una coincidenza? Non lo so , però lo scorso anno nella cassetta della posta dei miei genitori vengono ritrovati due proiettili. Che la scientifica ha analizzato con l’intento di trovare delle impronte, ma erano puliti. Ricordiamoci che la vittima secondaria di questa storia è mio padre, che all’epoca dei fatti aveva 3 anni. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di mio nonno, all’insaputa di tutti, fece tappezzare il paese di manifesti con l’intento di sollecitare le persone eventualmente a conoscenza di elementi utili a rilasciare dichiarazioni presso le autorità competenti e non lo aveva fatto fino a quel momento. Questo omicidio lo ricordano tutti ma quando si inizia a fare domande nessuno sa più niente.
A che punto sono le indagini?
Nel 1962 gli inquirenti chiudono le indagini per mancanza di prove, pur essendo un caso chiuso, c’è ancora qualcuno che si interessa a questo caso e alcuni lo fanno anche in maniera poco rispettosa.
Secondo lei quali sono state le lacune nelle indagini?
Nelle indagini c’è un buco temporale. Le indagini sono state fatte sia dai carabinieri che dalla polizia. Probabilmente il pezzo mancante è nei documenti investigativi dei carabinieri perché io sono stata dalla polizia e non l’ho trovato. I dubbi sono tanti ad esempio: perché il taxi di mio nonno è stato riportato alla stazione di Rietie e non a Leonessa dove è stato trovato il corpo? Tra l’altro la persona che guidava il taxi ha incontrato delle persone vicino a Poggio Bustone ma quando queste persone sono state ascoltate nessuno di loro ha saputo identificare la persona alla guida del taxi. Inoltre i familiari della Vittima sono stati ascoltati dopo una settimana, mentre la madre di mio nonno non è stata mai ascoltata.
Quando sono stata in questura a richiedere i documenti, la questura mi ha consegnato un fascicolo di scarso 10 pagine pieno di omissis. Sembra che nonostante il tempo trascorso, ci sia ancora un alone di mistero. Dopo tutti questi anni, il responsabile di questo omicidio potrebbe anche essere morto. Sicuramente l’omertà delle persone ha contribuito a lasciare questo caso irrisolto.
Circa un paio di anni fa vengo contattata da una persona originaria di Poggio Bustone, dicendomi che lui ha scritto un libro ispirandosi a questa storia. Dovendo partecipare ad una trasmissione televisiva per presentare il libro, mi chiede una sorta di autorizzazione.
Cosa vorresti dire alle persone che potrebbero aiutarti a risolvere questo caso?
Io vorrei dire alle persone che sanno qualcosa di togliersi questo peso dalla coscienza, perché io sono convinta che qualcuno ancora in vita sa cose che potrebbero aiutarci ad avere risposte. Chi vuole aiutarci può farlo anche in maniera anonima, con gli anni siamo stati contattati, quindi sanno dove trovarci. Io al loro posto non mi girerei dall’altra parte.
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